Si complica la relazione tra le due Nazioni: sul tavolo questioni geopolitiche di peso e il legame degli Stati Uniti con Ottawa e Nuova Delhi. Espulsi due diplomatici
Il leader indipendentista Sikh Hardeep Singh Nijjar assassinato in Canada lo scorso giugno diventa il centro focale di un caso diplomatico che rischia di coinvolgere molteplici attori. Non solo i diretti interessati, ovvero il Governo di Justin Trudeau e quello indiano del nazionalista Narendra Modi, ma anche gli Stati Uniti di Joe Biden, che attorno all’India hanno costruito la loro idea di contenimento della Cina nell’Indo-Pacifico. La situazione è degenerata nel corso delle ultime settimane, con Trudeau che ha accusato direttamente Nuova Delhi di essere il mandante dell’omicidio di Nijjar, cittadino canadese.
“Abbiamo lavorato in forma stretta con gli Stati Uniti, daremo eventuali aggiornamenti nel corso dell’inchiesta. Il Governo dell’India deve prendere la questione seriamente”, ha detto Trudeau. “Il Canada rimarrà saldo nei valori e nei principi democratici, seguiremo attentamente gli sviluppi per trovare i colpevoli”. Nuova Delhi definisce assurde le accuse, ma la storia si infittisce di dettagli: nel corso dell’ultimo G20, infatti, il Pm canadese ha discusso della tragica morte direttamente con Modi. Si apprende, inoltre, che i servizi segreti della nazione nord americana avevano avvisato Nijjar di un pericolo imminente per la sua vita.
Ottawa ha anche agito con fermezza annunciando l’espulsione di un diplomatico indiano che, secondo la Ministra degli Esteri Mélanie Joly, è responsabile dell’intelligence indiana in Canada. “Oggi espelliamo un funzionario chiave ma arriveremo fino al vero colpevole”, ha commentato la Ministra davanti ai reporter. Non si è fatta attendere la reazione indiana: Arindam Bagchi, Portavoce del Ministero degli Esteri dell’esecutivo Modi, comunica che l’India espelle a sua volta un diplomatico canadese. “La decisione rappresenta la crescente preoccupazione del Governo dell’India relativamente alle interferenze di funzionari canadesi nelle questioni interne e al loro coinvolgimento in attività anti-indiane”, si legge nel comunicato.
È evidente come il caso rischi di incancrenire i rapporti tra le varie parti coinvolte. L’imbarazzo è forte tra gli alleati di Ottawa: gli Usa rischiano di ritrovarsi in un vicolo cieco, tra il bisogno di dare supporto ad un forte alleato nella Nato come il Canada, partner commerciale e vicino di casa, e il rafforzamento della partnership con l’India nazionalista di Modi, fondamentale nell’architettura Quad (insieme a Giappone e Australia), ma che registra una pericolosa deriva nella gestione dei diritti umani e tensioni di confine crescenti con Pechino.
Tuttavia, come nel caso del giornalista Jamal Khashoggi ucciso nel consolato saudita di Istanbul, è tutto da vedere se il tema sarà così dirompente da porre un freno al legame sponsorizzato dall’Occidente con Nuova Delhi. In campagna elettorale, Biden espresse forti opinioni contro Mohammed Bin Salman, opinioni che, una volta conquistata la presidenza, sono rientrate in nome della realpolitik di Washington verso l’area mediorientale. Ma la questione dell’omicidio si fa più complessa data la forza della comunità Sikh presente in territorio canadese, decisiva anche a livello governativo.
Jagmeet Singh, alleato di Trudeau e leader del partito progressista New Democratic Party, ha chiesto al Pm, durante la sessione parlamentare che ha discusso gli sviluppi sulla morte di Hardeep Singh Nijjar, quali azioni avrebbe compiuto per la protezione di coloro i quali sono presi di mira da agenti esterni e, in una lettera scritta, “di esaminare le interferenze straniere dell’India su suolo canadese”.
Il Financial Times riporta che il Canada ha interpellato gli altri membri del Five Eyes, l’alleanza d’intelligence nata nel corso della Seconda guerra mondiale di cui fa parte insieme a Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito. Dopo lo speech di Trudeau in Parlamento, Washington e Canberra si sono definite “profondamente preoccupate” per la vicenda mentre Londra ha affermato di essere in stretto contatto con Ottawa relativamente alle “gravi accuse”.
Bloomberg fa sapere che il Canada ha lavorato attivamente sia con gli Usa che con il Regno Unito nel corso dell’estate, sollevando la questione con l’India attraverso canali d’intelligence e diplomatici. La raccolta delle prove che accusano direttamente Nuova Delhi hanno portato, infine, Justin Trudeau a parlare del caso direttamente con Narendra Modi. Sembra lontana una veloce conclusione della vicenda, che si unisce alla serie di problematiche sempre più spigolose nei rapporti internazionali. Nel caso specifico di Canada e India, da sottolineare le tensioni già esistenti relative al mancato accordo sul free trade agreement. La morte di Hardeep Singh Nijjar non fa che esacerbare la situazione tra Ottawa e Nuova Delhi.