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Un 2019 bellissimo


Il Governo giallo-verde ha mantenuto le promesse: il nuovo anno parte all’insegna della decrescita felice...

Il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte a Roma. REUTERS/Alessandro Bianchi

Il Governo giallo-verde ha mantenuto le promesse: il nuovo anno parte all’insegna della decrescita felice…

L’Italia è in recessione economica. Ha messo le mani avanti il premier Giuseppe Conte, annunciando «una lieve contrazione» del Prodotto Interno Lordo pari allo 0,2% nel quarto trimestre del 2018 (il peggior calo degli ultimi cinque anni) e addebitandola a un fattore «esogeno»: la guerra dei dazi tra Usa e Cina. Lo ha confermato l’Istat, aggiungendo che il Pil nel 2018 ha registrato un aumento dell’1%, in netta frenata rispetto all’1,6 del 2017. Un dato confortante è che crescono gli occupati, ma non quelli a tempo indeterminato. Il governo naturalmente getta acqua sul fuoco della crisi e promette un «2019 bellissimo». Oppure, come ha fatto il Ministro del Lavoro Di Maio, scarica la colpa sul Governo precedente, quello di Renzi.

Ma a conti fatti gli scenari possono essere due, come ha spiegato l’economista Carlo Cottarelli. Il primo è quello di «un Pil che cresce poco, ma cresce, un deficit pubblico in aumento, ma non di tanto, un debito che riprende a crescere, ma senza esplodere». Una sorta di “decrescita felice”. Sarebbe ancora una situazione sostenibile. Il problema è il secondo scenario: «Quello in cui il rallentamento in Europa viene confermato, l’Italia passa da una recessione tecnica a una recessione tout court, il rapporto tra debito pubblico e Pil si impenna e lo spread risale rapidamente». Anche Confindustria è preoccupata e prevede crescita zero, in mancanza di grandi opere da cui ripartire nel segno di Keynes. Ma per il Governo la recessione è un male passeggero, una febbriciattola da crescita, come dicevano le nostre mamme. «Presto partirà la riscossa» spiega Conte. Speriamo, perché c’è già chi parla di una manovra-bis per correggere i conti pubblici, tutta lacrime, sudore e sangue. Magari all’indomani delle elezioni europee.

@f_anfossi

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