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Kim Jong-un in Vietnam


Il leader della Corea del Nord sarà ad Hanoi prima del vertice con Trump. Per Kim, il Vietnam è un modello

Howard X, un sosia australiano-cinese del leader nordcoreano Kim Jong-un e Russell White, che impersona il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, posano per una foto al di fuori del Teatro dell'Opera, in vista del prossimo vertice Trump-Kim ad Hanoi, Vietnam, 22 febbraio 2019. REUTERS/Jorge Silva

Il leader della Corea del Nord sarà ad Hanoi prima del vertice con Trump. Per Kim, il Vietnam è un modello

Il leader supremo della Corea del Nord Kim Jong-un sarà presto in Vietnam per una visita ufficiale. Hanoi, la capitale della Repubblica socialista del Vietnam, è la sede scelta per il secondo summit – dopo quello di Singapore, il 12 giugno scorso – tra Kim e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il nuovo incontro tra i due dovrebbe svolgersi la prossima settimana, dal 27 al 28 febbraio, e sarà incentrato ancora una volta sulla “denuclearizzazione” della penisola coreana, vista la sostanziale inefficacia del vertice di Singapore.

Secondo gli analisti, anche il summit di Hanoi non si discosterà più di tanto da quello di Singapore e produrrà dunque risultati solo formali. È infatti altamente improbabile che Pyongyang decida di consegnare la lista dei propri siti nucleari a Washington, in cambio di un allentamento delle sanzioni economiche: si tratta, del resto, di una condizione che non è stata nemmeno posta nei negoziati.

Kim Jong-un arriverà ad Hanoi via treno fino alla stazione di Dong Dang, sul confine con la Cina, e poi in automobile. Sarà la prima visita di un leader nordcoreano in Vietnam dal 1964 e la prima in assoluto per Kim, che secondo AFP farà tappa nelle province industriali di Quang Ninh e Bac Ninh.

Il Vietnam viene spesso indicato come un possibile modello per la Corea del nord. È uno Stato a partito unico – il Partito Comunista – che negli ultimi decenni si è trasformato in una delle economie più vivaci e a più rapida crescita del Sud-est asiatico grazie ad una combinazione di investimenti stranieri (importante il contributo della sudcoreana Samsung), privatizzazioni e apertura commerciale al mondo.

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