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Stati Uniti e Iran ai ferri corti


Washington inserisce l’esercito di Teheran nella lista delle organizzazioni terroristiche, l’Iran risponde mettendo al bando il Centcom statunitense

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump partecipa a un pranzo con membri dell'esercito degli Stati Uniti durante una visita al quartier generale del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) e del Comando delle Operazioni Speciali (SOCOM) a Tampa, Florida, Stati Uniti, 6 febbraio 2017. REUTERS/Carlos Barria

Washington inserisce l’esercito di Teheran nella lista delle organizzazioni terroristiche, l’Iran risponde mettendo al bando il Centcom statunitense

È guerra diplomatica tra Stati Uniti e Iran. I due Paesi rispondono colpo su colpo alle reciproche accuse, in un gioco al massacro che vede da una parte Washington etichettare le Guardie delle Rivoluzione Islamica come organizzazione terroristica e, dall’altra, Teheran inserire il Centcom nella black list dei gruppi che supportano il terrorismo.

Il Centcom è la branca militare operativa del Comando Combattente Unificato degli Stati Uniti, con specifico interesse nel Vicino e Medio Oriente. Il Centcom supervisiona le operazioni militari statunitensi dall’Egitto fino al Kazakistan, passando per la penisola araba, Siria, Giordania, Iraq, Iran, Pakistan e tutte le ex repubbliche sovietiche del centro Asia.

Le motivazioni che hanno portato l’Iran a questa scelta derivano dalla mossa di Donald Trump di lunedì 8 aprile: tramite il Segretario di Stato Mike Pompeo, il Governo statunitense ha fatto sapere di aver inserito i pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche perché — si legge nella nota diffusa dal Dipartimento di Stato — metterà in luce come l’Iran utilizza il terrorismo come strumento di Governo. L’IRGC (Islamic Revolutionary Guard Corps), secondo l’amministrazione Usa in carica, ha operato in tal senso fin dalla sua nascita. Per Pompeo l’azione del suo Governo “aiuterà ad affamare il regime dei mezzi per l’esecuzione della loro linea politica distruttiva. Finché l’Iran non abbandonerà le sue ambizioni mortali, la pressione sul regime sarà massima e costante”.

Teheran non si è fatta attendere e, a sua volta, ha dichiarato organizzazione terroristica il Centcom, “perché responsabile dell’implementazione delle politiche terroristiche dell’amministrazione statunitense contro la regione dell’ovest dell’Asia, mettendo a rischio la sicurezza nazionale della Repubblica Islamica dell’Iran e le vite degli iraniani innocenti”.

L’Iran ha inoltre designato gli Stati Uniti come nazione che sponsorizza il terrorismo. Secondo l’establishment iraniano, la decisione dell’amministrazione Trump è “illegale e pericolosa, una misura senza fondamento che mette a repentaglio la pace e la sicurezza regionale e internazionale, e che viola le perentorie norme del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”.

La Francia, tramite il Ministero degli Esteri, fa sapere che continuerà a supportare il JCPoA, il trattato sul nucleare iraniano, e chiede che si eviti un’escalation e la destabilizzazione della regione.

Per Washington, l’Iran continua a ospitare membri di al-Qaeda sul proprio territorio, permettendo all’organizzazione terroristica di spostare denaro e combattenti nell’Asia del sud e in Siria. Il Dipartimento di Stato afferma che alcuni dei dirottatori dell’11 settembre hanno transitato su suolo iraniano prima di arrivare nei campi d’addestramento in Afghanistan. Teheran sostiene che le Guardie della Rivoluzione Islamica, “forza altruistica e rivoluzionaria”, hanno combattuto al-Qaeda, l’Isis, al-Nusra e altri gruppi di terroristi, con il benestare dei Governi e delle persone affette da queste organizzazioni. 

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