La mossa di Erdogan per indebolire le forze curde. Trump avvia il ritiro delle truppe Usa
Recep Tayyip Erdoğan vuole contrastare le forze curde nel nord della Siria, aprendo una nuova fase nella guerra scoppiata nel Paese nel 2011. Con una telefonata a Donald Trump, Erdoğan ha informato il Presidente degli Stati Uniti dell’imminente inizio delle operazioni a est del fiume Eufrate, area nella quale sono presenti le truppe di Washington. In concomitanza, gli States avviano il ritiro dalla Siria non solo del loro esercito, ma anche del supporto alle forze curde.
La nuova fase porterà cambiamenti nelle relazioni tra gli Stati coinvolti nella guerra. Le forze curde sono considerate gruppi terroristici da Ankara, che all’interno del Paese combatte il PKK e, con l’offensiva annunciata nella Repubblica di Bashar al-Assad, l’Unita di Protezione Popolare, YPG, quest’ultima appoggiata negli ultimi anni dagli Stati Uniti e facente parte delle Syrian Democratic Forces. La fine degli aiuti di Washington riavvicina gli States alla Turchia, che negli ultimi mesi hanno ingaggiato un lungo braccio di ferro su una serie di questioni, tra tutte l’acquisto dei missili russi S-400.
“Non possiamo più accettare le minacce delle organizzazioni terroristiche contro la nostra nazione”, ha dichiarato Erdoğan ai giornalisti prima della sua partenza in Serbia per una visita di due giorni. “Nella prima metà del prossimo mese” — ha proseguito il Presidente turco — “quasi sicuramente mi recherò a Washington.” La Casa Bianca, in una nota, ha spiegato che gli Stati Uniti non sono coinvolti nell’offensiva di Ankara nel nord siriano.
Trump ha affidato i suoi pensieri a Twitter. Il Presidente ha scritto che “gli Stati Uniti sarebbero dovuti rimanere in Siria per 30 giorni”, diventati poi anni. “Quando sono arrivato a Washington” — ha sottolineato — “l’Isis era fortissimo. Abbiamo sconfitto il Califfato al 100%”. Il Commander in Chief tocca anche la questione curda: “I curdi hanno combattuto con noi, ma sono stati pagati con grandi somme di denaro e equipaggiamento.”
Il nord-est della Sira è densamente popolato: circa 1 milione e 700mila abitanti risiedono nella regione a destra dell’Eufrate, confinante con la Turchia. Le Nazioni Unite provvedono al supporto di 700mila persone. Il coordinatore per le operazioni umanitarie in Siria dell’Onu, Panos Moumtzis, chiede che “qualunque operazione militare eviti un nuovo sfollamento di persone”.
@melonimatteo
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