A pochi mesi dalla difficile formazione dell’esecutivo, passo indietro del Primo Ministro dopo le proteste di piazza contro la crisi economica
Le dimissioni di Saad Hariri complicano il quadro nella regione del Vicino Oriente e lasciano il Libano senza un Governo in uno dei momenti più difficili della sua storia recente. Dopo numerosi giorni di proteste di piazza in tutto il Paese, Hariri — che riuscì nel difficile intento di creare un esecutivo composto da clan politici rivali, lo scorso febbraio — ha dovuto rassegnare le dimissioni nelle mani del Presidente Michel Aoun, che ora dovrà valutare se accettarle o chiedere al Primo Ministro di ripensarci.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è rintracciabile nei fatti avvenuti a Beirut, dove forze contrapposte — leali al Governo e anti-governative — sono entrate in contatto. Un gruppo di militanti legato a Hezbollah e Amal, filogovernativi, hanno attaccato i manifestanti contrari all’esecutivo in carica, distruggendo il campo di protesta nel quale risiedevano. Dopo le violenze, Hariri ha annunciato un discorso alla nazione tenuto nel pomeriggio di ieri, confermando la sua decisione di lasciare l’incarico.
Dopo 13 giorni di proteste legate alla grave crisi economica che il Libano sta vivendo, il Paese è stato letteralmente paralizzato. Dalla tassa su Whatsapp al terzo debito pubblico rapportato al Pil più alto al mondo, dal numero di rifugiati presenti nel Paese alla diminuzione delle rimesse dei libanesi all’estero, una serie di tematiche hanno allontanato i cittadini dal Governo, che non è stato in grado di dare risposte compiute.
“Ho provato a trovare una soluzione alle problematiche del Libano, ascoltando la voce del popolo. È giunto il momento” — ha detto Hariri nel corso del suo intervento — “di dare un grande shock per affrontare la crisi.” Il Primo Ministro si è poi rivolto ai partner politici, affermando che è loro la responsabilità di come proteggere il Libano e rivitalizzare l’economia del Paese.
@melonimatteo
A pochi mesi dalla difficile formazione dell’esecutivo, passo indietro del Primo Ministro dopo le proteste di piazza contro la crisi economica