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Africa: acqua per tutti


Il 40% della popolazione africana vive ancora senza accesso all’acqua potabile, e l’urbanizzazione e il cambiamento climatico minacciano la già limitata disponibilità idrica. Alcuni paesi africani stanno avviando un percorso di miglioramento, registrando progressi sostanziali nella gestione e distribuzione

Pietro Francesco Mininni & Benedetta Landi
Pietro Francesco Mininni (Pavia) è il Responsabile per l’Africa di The European House – Ambrosetti. Ha fondato, insieme all’ex Ministro delle Finanze del Sudafrica Nhlanhla Nene, la CEO Community–African Chapter, di cui è Executive Director. È cofondatore dello European Corporate Council on Africa and the Middle-East.   Benedetta Landi (Milano) è consulente presso The European House–Ambrosetti. È stata Project Manager, Responsabile per le Relazioni Internazionali e Europee presso Global Thinking Foundation dove ha promosso misure per l’inclusione finanziaria e le opportunità lavorative per i giovani e le donne in Africa.

Il 40% della popolazione africana vive ancora senza accesso all’acqua potabile, e l’urbanizzazione e il cambiamento climatico minacciano la già limitata disponibilità idrica. Alcuni paesi africani stanno avviando un percorso di miglioramento, registrando progressi sostanziali nella gestione e distribuzione

Sebbene i Paesi africani si stiano impegnando per migliorare i sistemi di gestione delle risorse idriche, più del 40% della popolazione vive ancora senza accesso all’acqua potabile. Le criticità sono aggravate dai crescenti conflitti dovuti alla competizione per le risorse naturali, con tensioni che coinvolgono tutti gli strati della società. In tale contesto, unitamente all’esponenziale aumento demografico che l’Africa conoscerà di qui al 2050 (anno in cui la popolazione del continente raggiungerà quota 2,5 miliardi), fenomeni come l’urbanizzazione e il cambiamento climatico stanno mettendo a repentaglio la già limitata disponibilità di acqua, ridotta anche dall’alterazione dei cambiamenti dei cicli idrologici, dagli squilibri di temperatura, dall’evapotraspirazione e da sempre più frequenti eventi climatici che mettono sotto pressione i sistemi idrici, palesando l’insostenibilità dei numerosi insediamenti. La pandemia ha poi esacerbato lo scenario, ampliando le disuguaglianze e riducendo gli investimenti dei governi nel settore a causa delle contrazioni economiche.

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