Anna Parkina, introspezione post ideologica – ARTE

La sua arte trae origine dal costruttivismo russo e va alla ricerca della parte più profonda della coscienza russa e della crisi d’identità che attraversa

L’opera dell’artista russa Anna Parkina è molto attuale sia per come esamina il mondo, ma soprattutto per come descrive l’ansia e i tic della società moderna nel vivere la propria evoluzione. La sua arte trae origine dal costruttivismo russo, ispirandosi ad artisti che hanno fatto la storia come Alexander Rodchenko. Il suo lavoro si basa su una grande varietà di media, dalla performance ai video alla scultura. La sua cifra espressiva più tipica è tuttavia il collage che impiega sia nelle opere di stampo costruttivista, sia quando si lascia ispirare dalla pop art e dai film noir americani di cui è grande esperta. La critica internazionale vede nel lavoro di questa donna acuta e tenace una reazione all’ambiente russo post ideologico degli anni ’90 e 2000. Come se la sua patria, orfana delle ideologie comuniste, sia finita in preda a pulsioni centripete. Si spiega così questa ricerca post-ideologica che caratterizza il suo lavoro e che anima una narrazione molto accurata sulla parte più profonda della coscienza russa, vale a dire di quella parte più sofisticata dell’intellighenzia che ha la cultura e la lucidità per comprendere quanto difficile sia la situazione attuale del Paese, attraversato da crisi economiche varie ma anche da crisi d’identità che i vari conflitti, a cominciare da quello ucraino, aggravano. Amata a Londra, ad esempio in Saatchi Gallery o nella sofisticata Whitechapel, come a Parigi, dove ha studiato, Parkina è un’artista molto seguita proprio grazie alle sue doti introspettive.

Questo articolo è pubblicato anche sul numero di marzo/aprile di eastwest.

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