Una decina di giorni fa, durante una tranquilla domenica londinese, ho conosciuto una ragazza che fa un lavoro un po’…particolare.
Di lavori strani ce ne sono tanti in giro per il mondo: il “giratore” di pagine di spartiti musicali, l’assaggiatore di cibo per cani, l’assistente di lanciatore di coltelli ed anche….l’assaggiatrice di fragole.
Sì, questo è il lavoro di Alessandra, classe 1980 e “cittadina del mondo”, perchè il lavoro che fa la porta a viaggiare molto spesso. Ma andiamo con ordine.
Una laurea magistrale in Biotecnologie Agro-industriali indirizzo vegetale conseguita all’Università di Verona ed un dottorato in biologia molecolare presso una delle università più importanti del mondo in campo agrario in Olanda: alla Wageningen University.
Durante il dottorato Alessandra ha passato molto del suo tempo facendo ricerche di base, nulla di applicato al mondo reale. Ma dalla teoria presto è voluta passare alla pratica ed ha quindi deciso che “da grande” avrebbe lavorato con qualcosa di minimamente comprensibile e tangibile. Qualcosa di “mangiabile”. Da li il passo è stato breve. Decide di mandare un po’ di domande di lavoro nel settore agrario. E quando si è presentata l’occasione di lavorare a contatto con le fragole….non se l’è lasciata scappare.
Mi ha raccontato cose davvero molto interessanti che io assolutamente non conoscevo, riguardo a questo frutto che noi tutti siamo abituati a mangiare, soprattutto in questo periodo.
Ad esempio non sapevo che alcune varieta’ di fragole possono essere cosi’ amare da coprire qualsiasi altro sapore per ore. Un solo morso è sufficiente e non c’è bisogno di deglutizione per mandare in corto le papille gustative. Ovviamente sono varieta’ che non arriveranno mai sul mercato ma che rappresentano uno dei tanti esempi di biodiversita‘: noi conosciamo le più comuni fragole grandi, rosse e dolci presenti in natura (e sui banchi del supermercato). Ma in realtà ce ne sono di tantissime varietà, tutte diverse una dall’altra.
Sapevate, ad esempio, che esistono fragole completamente bianche? E non perchè sono acerbe ma perchè il bianco è proprio il loro colore naturale.
Questo tipo di fragola, mi ha raccontato Alessandra, la provò per caso durante il suo dottorato in Olanda. Mi ha raccontato che per un cestino di cinque fragoline dall’aspetto malaticcio ed albino ha speso circa 8 euro. Era già pronta ad un gusto quantomeno terribile, invece fu piacevolmente smentita. Il loro sapore era buonissimo.
Il suo lavoro consiste in sostanza nel trovare, mantenere ed incrociare varietà di fragole con caratteristiche interessanti (dal punto di vista agronomico) e non presenti nelle varietà di quelle attualmente in commercio. Aggiungo e sottolineo che questo non ha nulla a che fare con gli OGM.
Si tratta di miglioramento genetico tradizionale ovvero del processo di modifica intenzionale delle caratteristiche delle piante coltivate (raccolto piu’ abbondante, resistenza alle malattie, etc.). Un processo vecchio come il mondo o almeno come l’agricoltura: almeno una decina di migliaia di anni. Nessun tipo di frutta o verdura che comunemente usiamo per cucinare è scappato a tale processo. Neanche la cipolla.
Camminare tra i banchi del mercato ed il reparto frutta e verdura del supermercato è come essere un po’ un turista americano a Roma. Qualsiasi varietà di frutta o verdura è migliaia di anni luce lontana dalle varietà selvatiche. Per il frumento, ad esempio, mi raccontava Alessandra che il processo di miglioramento genetico è cominciato nell’alta Mesopotamia ben prima della nascita dell’ Impero Romano.
Con questo lavoro, questa fortunatissima ragazza ha girato mezzo mondo: Australia, Inghilterra, America, Scozia e molti altri paesi.
Ma ora arrivo alla parte più curiosa: sapevate che le fragole prodotte in America sono invendibili in Europa? Vi state chiedendo il perchè? Ve lo dico io. Semplicemente perché la gente pensa siano “mostri” o prodotti geneticamente modificati. In USA, giganti sono le fragole e giganti sono anche le confezioni che le contengono.
I francesi invece hanno gusti totalmente diversi. A loro non importa che siano belle da vedere, a loro importa che siano buone da mangiare.
Gli inglesi invece fanno fuori la maggior parte delle fragole che ordinano….nel periodo del famoso torneo di tennis di Wimbledon, quindi fanno crescere un tipo di piante fragole particolari che producono una enorme quantità di fragole, concentrata in solo 3-4 settimane.
Una decina di giorni fa, durante una tranquilla domenica londinese, ho conosciuto una ragazza che fa un lavoro un po’…particolare.
Di lavori strani ce ne sono tanti in giro per il mondo: il “giratore” di pagine di spartiti musicali, l’assaggiatore di cibo per cani, l’assistente di lanciatore di coltelli ed anche….l’assaggiatrice di fragole.
Sì, questo è il lavoro di Alessandra, classe 1980 e “cittadina del mondo”, perchè il lavoro che fa la porta a viaggiare molto spesso. Ma andiamo con ordine.