Assegno unico: da luglio uno “stipendio” per ogni figlio
Il primo luglio entrerà in vigore l'assegno unico universale, fino a 250 euro per ciascun nato. Balziamo al primo posto nel welfare familiare, da terzultimi che eravamo
Il primo luglio entrerà in vigore l’assegno unico universale, fino a 250 euro per ciascun nato. Balziamo al primo posto nel welfare familiare, da terzultimi che eravamo
Siamo arrivati buoni ultimi, dopo anni di tentennamenti, ma alla fine siamo arrivati. Martedì 30 marzo è una data storica per il Parlamento nazionale e la politica a tutela della famiglia sancita dalla Costituzione. Viene infatti votato quasi all’unanimità il provvedimento che assegna l’assegno unico universale per chi ha figli dal settimo mese di gravidanza a 21 anni.
Eravamo terzultimi in Europa, dopo Malta e Olanda. Ora però abbiamo recuperato e nella classifica dell’Unione superiamo persino la Germania per entità dei sussidi e articolazione del provvedimento. Un sussidio che, come si vede, inizia addirittura quando il bambino non è ancora venuto alla luce. Una delle cose più belle di questa legge. Sarà di importo fino a 250 euro circa (con una maggiorazione per i disabili), ha assicurato il premier Mario Draghi. Si dovrebbe partire da luglio.
Come funziona? Per saperlo nei dettagli dovremo aspettare i decreti attuativi del provvedimento ma qualcosa già si sa. Vediamo. L’assegno si divide sostanzialmente in due: una parte fissa, universale (circa cento euro a testa) e una legata all’Isee del genitore (la soglia massima è 60mila euro), per arrivare fino a 250 euro nel caso degli incapienti. Dalla maggiore età può essere dato direttamente ai ragazzi “per favorirne l’autonomia”, se il figlio è iscritto all’università, a un altro corso di formazione oppure se svolge un lavoro a basso reddito.
Il calcolo della cifra esatta dell’assegno unico per ogni figlio si basa su calcoli fatti a partire dall’ammontare del fondo di 15 miliardi stanziato ad hoc nel 2019, cui si aggiungono altri 3 miliardi destinati dalla legge di bilancio del 2021 (che diventeranno 6 a partire dal 2022). Già l’entità delle cifre (un’intera manovra finanziaria) fa capire l’importanza epocale della riforma, paragonata a quella del sistema sanitario nazionale. L’importo sarà diviso in parti uguali tra i genitori. È prevista una maggiorazione a partire dal secondo figlio e, come detto, un aumento tra il 30% e il 50% in caso di bambini portatori di disabilità.
Una piccola rivoluzione
È una piccola rivoluzione che riguarda circa 12,5 milioni di bambini e ragazzi, di cui 10,1 milioni minori. Naturalmente non siamo all’anno zero. Oggi in Italia 12 milioni di contribuenti capifamiglia godono delle detrazioni fiscali per familiari a carico, ma sono solo 4,2 quelli raggiunti dagli assegni familiari, il principale contributo attivo per chi ha figli fino ai 18 anni. Gli assegni familiari oggi come oggi spettano inoltre solo a dipendenti privati, agricoli, domestici, iscritti alla gestione separata Inps e ai titolari di prestazioni previdenziali. Il nuovo assegno unico per ogni figlio fino a 21 anni di età invece è universale, come detto, e andrà a tutte le famiglie, compresi incapienti e partite Iva. Naturalmente l’assegno azzera con un colpo di spugna tutti i vecchi benefici per convogliarli nella nuova misura.
Non mancano, come in ogni legge, le criticità. Secondo alcune stime, 1,3 milioni di famiglie riceveranno di meno rispetto a oggi (rischiano di essere penalizzati quelli che già pagano le tasse con ritenute alla fonte, cioè i lavoratori dipendenti). Ma sono stime, per l’appunto. Secondo i relatori della legge con 800 milioni in più, oltre ai 20 miliardi già stanziati, nessuno ci perderà. Ora l’Italia, uno dei Paesi col più alto tasso di denatalità del mondo, recupera posizioni nella classifica del welfare familiare. Anzi, per quanto riguarda l’assegno per i figli, balza in testa. Tanto per fare un esempio, una coppia con due minori in Germania prende 438 euro al mese, in Francia 130 e in Svezia 215.
Il primo luglio entrerà in vigore l’assegno unico universale, fino a 250 euro per ciascun nato. Balziamo al primo posto nel welfare familiare, da terzultimi che eravamo
Siamo arrivati buoni ultimi, dopo anni di tentennamenti, ma alla fine siamo arrivati. Martedì 30 marzo è una data storica per il Parlamento nazionale e la politica a tutela della famiglia sancita dalla Costituzione. Viene infatti votato quasi all’unanimità il provvedimento che assegna l’assegno unico universale per chi ha figli dal settimo mese di gravidanza a 21 anni.
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