Il nuovo programma insiste molto sul concetto di sicurezza e sulla reintroduzione del servizio di militare obbligatorio, abolito dalla Merkel nel 2011. Propone anche una stretta delle politiche migratorie e di accoglienza, ispirandosi al modello Rwanda del Regno Unito.
“Die CDU ist wieder da, la CDU è di nuovo qua – ha annunciato Friedrich Merz dal palco di Berlino, davanti ai mille delegati riuniti per il congresso del partito -. La CDU ha un’idea di futuro. E ha un piano per i grandi compiti da svolgere”.
La scorsa settimana il partito cristianodemocratico si è riunito nella capitale tedesca, per eleggere il proprio segretario e per definire la linea che verrà seguita da qui alle prossime elezioni nazionali, quelle che si terranno nell’autunno del 2025. Non ci sono state sorprese, ma il congresso è stato senz’altro rilevante: Friedrich Merz è stato riconfermato alla guida della CDU e il partito ha adottato un nuovo programma fondamentale. Soprattutto, la formazione di centrodestra si è mostrata sicura di sé e certa di riconquistare la cancelleria al più presto. “Un massimo di quattro anni di governo semaforo è sufficiente – ha dichiarato Merz – ed ogni giorno in meno di questo spettacolo è un buon giorno per il nostro Paese”.
All’inizio del congresso, Friedrich Merz è stato rieletto come segretario attraverso un plebiscito, come del resto era successo nel 2022. Allora i voti a suo favore erano stati il 95%, questa volta la percentuale si è fermata poco sotto il 90, ma poco cambia.
Se la conferma era scontata, lo stesso non si può dire dei toni usati sul palco. Forse per la prima volta da quando è in politica, il leader del centrodestra ha abbandonato il ruolo del politico antipatico, divisivo e controverso, per diventare improvvisamente uno statista.
Come ha evidenziato Edoardo Toniolatti su Kater, anche questo è un segno che la CDU e il suo leader siano ormai proiettati verso il prossimo voto federale. Per quanto possa sembrare paradossale, visto il consenso ottenuto nel voto congressuale, Merz è tutt’altro che certo di essere il candidato del centrodestra alle prossime elezioni. In molti sono infatti convinti che Merz sia un ottimo leader di opposizione, ma non sia abbastanza giovane e popolare per essere il giusto pretendente alla carica di Cancelliere. Secondo i critici, la vera prova di questo è data dai sondaggi: la CDU è il primo partito ma non riesce a superare il 30%, nonostante siano ben pochi i tedeschi che sono soddisfatti di quanto fatto dal governo.
In vista dell’appuntamento elettorale, Merz ha quindi bisogno di costruirsi un’immagine più rassicurante, centrista, che gli garantisca la certezza di essere il candidato alla cancelleria del centrodestra. Una decisione definitiva verrà presa dopo il voto regionale in autunno, ma intanto si iniziano a fare i nomi dei possibili sostituti. Il leader della CSU Markus Söder è senz’altro il primo, da anni in attesa di giocarsi le proprie chance. Ma valide alternative sono rappresentate anche da Daniel Günther e Hendrik Wüst, ora presidenti rispettivamente dello Schleswig-Holstein e del Nordrhein-Westfalen.
Le giornate di partito hanno portato la CDU anche ad aggiornare il proprio Grundsatzprogramm, il documento contenente i principali punti programmatici. L’adozione di un nuovo programma rappresenta un vero e proprio punto di svolta, per la formazione, soprattutto dal punto di vista simbolico. Quello precedente risaliva al 2007, quando Angela Merkel era appena all’inizio del suo lungo dominio sulla Germania e sulla CDU, e segnava il posizionamento della formazione al centro dello spettro politico. Il nuovo documento certifica invece una virata su posizioni conservatrici, avvenuta in realtà già con l’uscita di scena di Merkel nel 2021.
Lo spostamento a destra della CDU non è accompagnato però da un possibile avvicinamento ad AfD, ed anzi le distanze dal partito di estrema destra sono sottolineate in maniera molto più chiara che non nel recente passato. La formazione identitaria rappresenta una minaccia da combattere, non un potenziale alleato, e le proposte della CDU si ispirano allo storico conservatorismo del partito e non alle politiche nazionaliste dell’ultradestra.
Il nuovo Grundsatzprogramm insiste molto sul concetto di sicurezza. All’interno del Paese questa andrebbe perseguita attraverso la presenza di più forze di polizia. A livello internazionale, invece, sono necessari un controllo maggiore dei confini esterni europei e soprattutto la reintroduzione del servizio militare obbligatorio. La CDU sottolinea quanto i tempi siano cambiati rispetto a quando, nel 2011, il governo Merkel aveva abolito la leva. Allora l’Europa era in pace, ora il mondo è in fermento ed è quindi necessario invertire la rotta e reintrodurre gradualmente il servizio militare. Che, secondo Söder, servirebbe anche per fare sì che i giovani sviluppino “un legame più forte con il nostro Stato costituzionale democratico”.
Infine, il documento sottolinea la volontà di una stretta per quanto riguarda le politiche migratorie e di accoglienza. Il programma sembra suggerire anche per la Germania un modello Rwanda, simile a quello adottato dal Regno Unito, sottolineando come “chiunque faccia richiesta di asilo in Europa dovrebbe essere trasferito in un paese terzo sicuro e sottoporsi a una procedura”. Ai migranti si chiede di aderire alla Leitkultur tedesca, un termine che può essere tradotto con “cultura dominante” e che è parecchio controverso, in quanto portatore di una visione assimilazionista che non riconosce l’importanza della cultura di chi arriva. La diffidenza nei confronti dell’altro è percepibile infine dal fatto che si senta l’esigenza di sottolineare che i musulmani possano essere parte della diversità religiosa tedesca. A patto, però, che condividano i valori e la società libera della Germania.
La scorsa settimana il partito cristianodemocratico si è riunito nella capitale tedesca, per eleggere il proprio segretario e per definire la linea che verrà seguita da qui alle prossime elezioni nazionali, quelle che si terranno nell’autunno del 2025. Non ci sono state sorprese, ma il congresso è stato senz’altro rilevante: Friedrich Merz è stato riconfermato alla guida della CDU e il partito ha adottato un nuovo programma fondamentale. Soprattutto, la formazione di centrodestra si è mostrata sicura di sé e certa di riconquistare la cancelleria al più presto. “Un massimo di quattro anni di governo semaforo è sufficiente – ha dichiarato Merz – ed ogni giorno in meno di questo spettacolo è un buon giorno per il nostro Paese”.