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Bangladesh: sarà pagata in yuan la centrale nucleare costruita dalla Russia


Trovato l’accordo tra Dhaka e Mosca dopo lo stallo sul rublo a causa delle sanzioni Usa sulle banche russe. Può la valuta cinese rimpiazzare il dollaro a livello globale?

Il valore dell’agreement trovato tra Dhaka e Mosca vale 12 miliardi di dollari, un contratto di peso sottoscritto in collaborazione con Rosatom, l’azienda pubblica russa specializzata nella tecnologia nucleare. La Federazione avrebbe preferito che il pagamento avvenisse in rubli, ma il Governo del Bangladesh ha espresso chiaramente le sue difficoltà nell’operare con la valuta russa. “A causa delle sanzioni contro le banche russe non potevamo procedere al pagamento in dollari”, ha affermato Uttam Kumar Karmaker, funzionario del Ministero delle Finanze. Un problema aggirato proprio grazie allo yuan.

Diventa interessante comprendere come il Paese del sud dell’Asia ha potuto operare la transazione: grazie a un meccanismo di pagamento parallelo allo SWIFT, il cinese CIPS (Cross-Border Interbank Payment System), il Bangladesh ha trasferito le risorse attraverso una banca di Pechino. Mosca, in questo modo, potrà ricevere la somma monetaria in arrivo direttamente dalle riserve in yuan del Governo di Dhaka. Paradossalmente, lo stop all’operabilità tramite SWIFT per le banche della Federazione ha direttamente agevolato la Cina, aiutandola a rafforzare i suoi rapporti proprio con Mosca.

Questo è solo uno dei punti di ragionamento su una questione molto più ampia: quanto può diventare standard l’uso dello yuan a livello macro? Secondo un report del Center for Strategic and International Studies di Washington, le problematiche sono numerose dato che il Governo cinese dovrebbe abbandonare il controllo effettivo sulle transazioni effettuate con la sua moneta. “Attualmente, sono pochi gli esempi di interscambi in yuan che non coinvolgono direttamente la Cina, tranne che per alcuni contratti tra la Russia e un numero limitato di nazioni”, si legge nel report.

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