El Salvador è il primo Paese al mondo in cui è possibile acquistare beni o servizi utilizzando la criptovaluta, ma i principali benefici dell’uso come moneta legale appaiono difficilmente realizzabili
Il 7 settembre scorso El Salvador è diventato il primo Paese al mondo in cui è possibile acquistare beni o servizi utilizzando il bitcoin, una delle cripto-attività più note attualmente in circolazione, come moneta con corso legale. L’iniziativa era stata annunciata a giugno dal Presidente Nayib Bukele durante un convegno tenutosi a Miami, e approvata dopo soli tre giorni dal Parlamento salvadoregno. Il dollaro Usa, che dal 2001 era l’unica moneta con corso legale in El Salvador, manterrà il suo status e continuerà ad essere utilizzato per pagare stipendi e pensioni e redigere i bilanci delle imprese.
Non esiste una definizione di “corso legale” comune a tutti i Paesi del mondo. La legge adottata in El Salvador lo scorso giugno permette ai residenti di usare bitcoin per pagare le tasse e per estinguere i propri debiti verso soggetti privati, esenta le transazioni in questa cripto-attività dalla tassazione sui guadagni in conto capitale e rende obbligatoria l’accettazione di bitcoin come mezzo di pagamento, escludendo da tale obbligo le imprese o i lavoratori che non abbiano accesso alla tecnologia necessaria a riceverlo in cambio di beni o servizi. La legge affianca il bitcoin al dollaro come unità di conto ufficiale nel Paese, stabilendo che i prezzi di beni e servizi possano essere espressi anche in bitcoin (oltre che in USD). Lo stato di El Salvador si è impegnato a offrire ai propri residenti strumenti che garantiscano l’accesso e la conversione automatica e istantanea di bitcoin in dollari e a fornire la formazione necessaria a usare questi strumenti.
Promuovere concretamente la diffusione di bitcoin nell’economia ha richiesto l’impiego di ingenti capitali pubblici in uno dei Paesi più poveri dell’America Latina (il reddito pro-capite in El Salvador è inferiore alla metà di quello medio della regione). Il Governo salvadoregno ha creato un fondo con 150 milioni di dollari per garantire la conversione di bitcoin in dollari; ha sviluppato il “Chivo Wallet”, un’app scaricabile su smartphone in cui ogni cittadino trova già caricato l’equivalente di 30 dollari americani in bitcon; ha istallato circa 200 sportelli automatici (ATM) dove è possibile depositare dollari per caricare bitcoin sulla propria app e ha stipulato accordi commerciali con società private per far avere sconti sul prezzo di beni o servizi a chi paga con il Chivo.
Secondo i promotori dell’iniziativa, tra cui lo stesso Presidente Bukele, il principale beneficio derivante dall’attribuzione del corso legale al bitcoin deriverebbe dalla possibile riduzione dei costi associati alle rimesse degli emigranti, ossia le commissioni che i cittadini salvadoregni che vivono all’estero devono pagare quando inviano denaro in patria. In El Salvador, dove più di un terzo della popolazione vive all’estero anche a causa dell’elevata povertà del Paese, il rapporto tra rimesse e Pil è cresciuto di 10 punti percentuali negli ultimi 20 anni, raggiungendo il 24% nel 2020. L’attribuzione del corso legale al bitcoin e la sua diffusione potrebbero inoltre rendere El Salvador meno dipendente dalla politica monetaria Usa e promuovere l’inclusione finanziaria (il 70% della popolazione salvadoregna non possiede un conto bancario) e gli investimenti e il progresso tecnologico nel paese grazie al possibile sviluppo dell’industria delle cripto-attività.
I principali benefici associati all’adozione di bitcoin come moneta legale appaiono difficilmente realizzabili. La Banca mondiale stima che le commissioni pagate dagli emigranti salvadoregni per inviare denaro in patria abbiano rappresentato nel 2020 il 2,84% delle somme trasferite (uno dei valori più bassi dell’America Latina). Le commissioni imposte dai principali circuiti per i trasferimenti internazionali sono comprese tra 0 e 8 dollari per le operazioni in cui la somma trasferita è inferiore a 200 dollari. Nel 2021, il costo di una transazione bitcoin variava tra 2 e 60 dollari, a seconda del numero di pagamenti elaborati nel giorno, con un costo medio di 13 dollari per transazione.
A fronte di tali limiti, l’adozione di una cripto-attività quale il bitcoin come valuta legale crea numerosi rischi per i cittadini salvadoregni. Innanzitutto questi strumenti non svolgono le funzioni economiche della moneta (che sono mezzo di pagamento, riserva di valore e unità conto), nonostante essi vengano comunemente (e spesso in modo inappropriato) chiamati criptovalute. Le cripto-attività non conferiscono diritti di carattere economico (quali il pagamento di interessi o di dividendi) e non rappresentano passività di un ente emittente che ne possa stabilizzare il potere d’acquisto. Le oscillazioni del loro valore sono spesso significative e prevalentemente guidate dalle aspettative di aumenti dei prezzi (un meccanismo tipico delle bolle speculative) e influenzate da diversi fattori tra cui gli annunci di dirigenti delle multinazionali con potenziali interessi in questo mercato (ad esempio Twitter o Tesla) o le decisioni di natura regolamentare adottate dalle autorità delle principali economie del mondo (ad esempio Usa, Cina, Ue). Una possibile diffusione di bitcoin come riserva di valore o come unità di conto potrebbe quindi esporre l’economia salvadoregna ai rischi associati alle forti e spesso imprevedibili fluttuazioni del valore di questa cripto-attività, con possibili effetti negativi sull’inflazione, sulle entrate fiscali e sulla sostenibilità dei conti pubblici, sul costo di indebitamento del Paese e sul livello degli investimenti. Da maggio, il rendimento delle obbligazioni pubbliche con scadenza a 30 anni emesse dallo stato di El Salvador (ossia il costo per lo stato di emettere debito a lunga scadenza) è aumentato di 3,5 punti percentuali, all’11%. A causa dell’anonimato che garantisce ai suoi detentori, bitcon è spesso utilizzato anche per fini illegali, tra cui evasione fiscale, attacchi informatici, riciclaggio e finanziamento del terrorismo.
Limiti di natura tecnologica contribuiscono inoltre a rendere inefficiente l’utilizzo di bitcoin come strumento di pagamento. Il numero di transazioni che si possono eseguire attraverso questa attività è inferiore a quello effettuato mediante gli altri sistemi di pagamento. Infatti, bitcoin può processare circa 5 pagamenti al secondo. Un circuito di pagamento tradizionale può eseguire circa 2.000 pagamenti al secondo.
Vanno tenuti in considerazione anche i possibili impatti ambientali e sul consumo energetico derivanti dalla diffusione di bitcoin. Secondo i dati dell’Università di Cambridge e della Banca Mondiale, ogni anno il funzionamento della blockchain di bitcoin richiede una quantità di energia pari a 2,5 volte quella consumata da El Salvador. Oggi questo consumo energetico avviene nei Paesi in cui sono localizzati i miners, ossia i soggetti che effettuano le operazioni di calcolo che verificano le transazioni effettuate sulla blockchain di bitcoin. Un possibile sviluppo dell’industria delle cripto-attività e una rilocazione dei miner in El Salvador potrebbero aumentare significativamente il consumo energetico del Paese, con impatti dannosi sull’ambiente, sull’infrastruttura e sulla disponibilità energetica.
La popolazione di El Salvador ha accolto con scarso entusiasmo il progetto del presidente Bukele. Secondo un sondaggio della Camera di Commercio salvadoregna nel giugno 2021, il 92% della popolazione è in disaccordo con la decisione di rendere obbligatoria l’accettazione di bitcoin come mezzo di pagamento; l’83% non vuole ricevere rimesse utilizzando questa cripto-attività. Circa la metà della popolazione ha scaricato il Chivo Wallet, ma nel primo mese in cui il bitcoin ha assunto il ruolo di moneta legale, problemi tecnici hanno spesso impedito l’utilizzo dell’app governativa e sono state segnalate numerose transazioni irregolari e furti di identità. Gli organismi internazionali tra cui la Banca Mondiale e il FMI hanno fortemente criticato l’iniziativa, sottolineando che l’attribuzione del corso legale a una cripto-attività crea un forte rischio per la stabilità macrofinanziaria, la protezione dei consumatori e per l’ambiente. Al Presidente Bukele l’onere di dimostrare che si sono tutti sbagliati.
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di novembre/dicembre di eastwest.
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