Brexit: la Francia minaccia il veto sull’accordo con il Regno Unito
Brexit: mentre i negoziati sono ancora in stallo, la Francia minaccia di mettere il veto sull’accordo tra Ue e Regno Unito. Intanto, il 31 dicembre è sempre più vicino
Brexit: mentre i negoziati sono ancora in stallo, la Francia minaccia di mettere il veto sull’accordo tra Ue e Regno Unito. Intanto, il 31 dicembre è sempre più vicino
Il Ministro francese degli Affari europei, Clément Beaune, ha detto ieri che la Francia potrebbe mettere il veto sull’accordo tra Unione europea e Regno Unito nel caso in cui si rivelasse sfavorevole ai propri interessi.
Intervenuto all’emittente radiofonica francese Europe 1, Beaune si è rivolto “ai nostri pescatori, ai nostri produttori, ai cittadini in ascolto” per convincerli che “non accetteremo un accordo con cattive condizioni. Se non sarà possibile raggiungere un buon accordo, ci opporremo. Ogni Paese ha il diritto di veto, quindi è possibile… Faremo la nostra valutazione di questa bozza di accordo, se ce n’è una”.
A che punto siamo con Brexit
Tra poche settimane, il 31 dicembre, scadrà il periodo di transizione di Brexit e l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea sarà effettiva. Bruxelles e Londra stanno negoziando da mesi per raggiungere un accordo commerciale che scongiuri il rischio di no deal: uno scenario ritenuto negativo soprattutto per il Regno Unito – le cui esportazioni in Europa (la grande maggioranza) perderebbero di competitività a causa dei dazi –, ma che danneggerebbe anche l’Unione e in particolari quei membri che hanno stretti rapporti stretti con Londra. Come l’Irlanda, ad esempio: più del 10% del suo export finisce in territorio britannico, da cui proviene la maggioranza delle importazioni.
I negoziati tra Unione europea e Regno Unito, però, non stanno procedendo bene: anzi, sono in stallo – questa la parola utilizzata più spesso per descrivere la situazione –, e il tempo rimasto è davvero poco. Le trattative avrebbero bisogno di risolversi entro una decina di giorni, così da garantire i tempi tecnici per la ratifica dell’accordo oppure, al contrario, per la preparazione al no-deal. Secondo gli analisti, Bruxelles e Londra starebbero adottando la stessa tattica: evitare di cedere e prolungare lo stallo il più possibile, in modo da costringere la controparte ad accettare un compromesso.
I punti di contrasto sono sempre gli stessi ormai da tempo: i diritti di pesca per gli europei nelle ricche acque britanniche; la regolazione comune per evitare la concorrenza sleale tra le imprese; il meccanismo per la risoluzione delle controversie.
Cosa vuole la Francia
Le frasi del Ministro Beaune lasciano intendere due cose. La prima è che la Francia abbia voluto mandare un messaggio ai negoziatori europei affinché non cedano per primi e non facciano concessioni al Regno Unito. La seconda è che Parigi potrebbe davvero preferire il no deal piuttosto che un accordo svantaggioso su Brexit – Beaune lo aveva già detto chiaramente –, magari per riaprire le trattative in futuro con maggiore potere negoziale.
Tra le dichiarazioni fatte da Beaune alla radio è particolarmente rilevante l’appello ai pescatori francesi, tutt’altro che casuale. Il tema dell’accesso alle acque britanniche è infatti molto importante per Parigi, per ragioni economiche ed elettorali: come spiega Gabriele Rosana, ben un quarto del pescato francese arriva dalla porzione britannica dell’Atlantico del nord.
Ieri il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, alludendo alle dichiarazioni francesi, ha chiesto ai Paesi dell’Unione di restare compatti nei negoziati su Brexit. Ma ha anche ricordato a Londra che un eventuale accordo commerciale andrà firmato dall’intero blocco e che quindi dovrà essere accettabile per tutti i 27 membri. Più che sulla questione della pesca, però, Michel si è concentrato sulle regole per la concorrenza.
Il Ministro francese degli Affari europei, Clément Beaune, ha detto ieri che la Francia potrebbe mettere il veto sull’accordo tra Unione europea e Regno Unito nel caso in cui si rivelasse sfavorevole ai propri interessi.
Intervenuto all’emittente radiofonica francese Europe 1, Beaune si è rivolto “ai nostri pescatori, ai nostri produttori, ai cittadini in ascolto” per convincerli che “non accetteremo un accordo con cattive condizioni. Se non sarà possibile raggiungere un buon accordo, ci opporremo. Ogni Paese ha il diritto di veto, quindi è possibile… Faremo la nostra valutazione di questa bozza di accordo, se ce n’è una”.
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