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L’insana voglia dei governatori di contestare Conte nella lotta al Covid


La decisione del Governo di suddividere il Paese in zone rosse, arancioni e gialle e il pianto greco dei Presidenti di Regione

Ci vorrebbe il Curzio Malaparte della “Pelle” per descrivere quel che è successo al pronto soccorso Cardarelli di Napoli: un uomo sospetto Covid trovato bocconi nel bagno, un anonimo che riprende tutto allargando il campo sugli altri pazienti accampati nelle corsie, le grida, le urla, l’inevitabile diffusione virale sui social.

Eppure in primavera il governatore De Luca quasi si vantava per “l’efficienza campana” nel gestire l’emergenza sanitaria, mentre nella Bergamasca si consumava una strage: “Talvolta il Sud riesce a dare lezioni al Nord”. Una frase che non gli ha portato fortuna. Tra gli enti locali, che gestiscono la sanità al 90%, si è scatenato un pericoloso spirito di competizione, oltre che un’insana ribellione verso la cabina di regia del Governo, indicata come matrigna. Servirebbe unità contro il nemico invisibile e invece per ragioni di consenso assistiamo a una sorta di palio delle Regioni.

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