Najla Mangoush ha incontrato a Roma il Ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen: scontri e proteste nel Paese nord africano, resta difficile il superamento delle difficoltà politiche tra le due nazioni
Persiste l’incertezza in Niger. La giunta si dice aperta a negoziati, ma porta avanti decisioni e minacce che non fanno altro che allontanare il dialogo. Anche l’ECOWAS invoca il dialogo, ma non esclude un intervento militare.
Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti saranno i nuovi membri dell’organizzazione, che rappresenterà il 37% del Pil mondiale e il 47% in termini demografici.
A Johannesburg, grande assente Vladimir Putin, e grande presente Xi Jinping. Gli interessi cinesi nel summit e nella spinta all’allargamento, richiesto da una ventina di Paesi del cosiddetto Sud globale, desiderosi di entrare nel blocco dei Brics.
Per conto dei minatori sudafricani, la Chiesa Cattolica sta portando avanti una causa contro le grandi società minerarie. L’estrazione di carbone impiega 100mila persone e produce l’80% dell’elettricità in Sudafrica. In seguito all’invasione russa dell’Ucraina il carbone sudafricano ha conosciuto un nuovo picco.
I recenti scontri nella regione Amhara mostrano come l’Etiopia sia ancora molto lontana dal raggiungimento di una stabilità, ma anche quanto gli equilibri politici stiano cambiando all’interno del Paese.
Il golpe della settimana scorsa, oltre a destare la preoccupazione dell’Occidente, Francia in primis, ha avuto ripercussioni negli stati vicini e in tutto il continente africano. Sostegno da parte del Mali e del Burkina Faso. Mentre la Nigeria è pronta ad intervenire in difesa della democrazia
La nuova costituzione stabilisce l’abbandono della lingua francese, decisione che ha un forte potere simbolico e conferma la volontà del Mali di allontanarsi dalla sfera di influenza francese, che ha spesso usato la lingua come arma geopolitica
Putin rinuncerà ad andare a Johannesburg e parteciperà al vertice BRICS in via telematica, evitando agli alleati l’imbarazzo di un suo arresto. Arabia Saudita, Emirati, Egitto, Indonesia, Argentina e Algeria si candidano a entrare nel gruppo BRICS, che si presenta sempre più come una seconda via, alternativa a quella occidentale