Dunque l’Europa si è fermata a mezzo metro dal baratro.
A metà maggio, sotto gli assalti della speculazione finanziaria internazionale, la classe politica ha finalmente rotto gli indugi e ha fatto quello che avrebbe dovuto e potuto fare mesi prima, quando la Grecia non faceva ancora paura a nessuno. L’importante è che, passata la paura, tutto non ritorni come prima. Se c’è una cosa certa, in un mondo globalizzato che produce incertezze di ogni genere, è che l’Europa ha un ruolo e uno spazio soltanto se riesce a far fare un salto di qualità alla propria governance.
Al tema dell’euro e alle sue prospettive è stato ovviamente dedicato il Dossier, con articoli di Paolo Savona, Ulrike Guérot, Marco Annunziata, Matteo Ferrazzi e Fernando Orlandi. Anche la consueta rubrica di Oxford Analytica converge sullo stesso tema.
Sulla Polonia, vittima di una delle più tragiche vicende della storia moderna, segnaliamo un’ampia analisi di Carla Tonini, dell’università di Bologna, e una intervista esclusiva a Zojka e Alicja Kapuscinska, rispettivamente figlia e moglie di Ryszard Kapuscinski.
Di grande interesse anche la mappa delle nuove mafie dell’Est disegnata da Enza Roberta Petrillo, dell’università di Pisa.
Molto spazio, anche su questo numero della rivista, alla Russia di Putin e Medvedev. L’istituto Levada diretto da Lev Gudkov ha analizzato il rapporto tra cittadini e sistema giustizia; Piero Sinatti ha preso in esame l’evoluzione dei rapporti fra Mosca e Kiev dopo il cambio di governo in Ucraina; Cristina Giuliano ha assistito in anteprima al nuovo film del registra premio Oscar Nikita Mikhalkov.
Sul versante dei diritti umani, infine, Farian Sabahi ha intervistato la ginecologa somala Aisha Omar, impegnata nella battaglia internazionale contro la pratica dell’infibulazione.
Vittorio Borelli