I lettori di east sanno che la rivista non è mai andata alla ricerca del facile effetto e del piagnisteo mediatico: le brutture del mondo globalizzato sono sempre state affrontate con sobrietà, puntando all’intelligenza e alla ragione dei lettori piuttosto che alla loro pancia. Ma ci sono tuttavia situazioni limite in cui è difficile mantenere le distanze. Quella delle bambine operaie-schiave del sumangali, nell’India del Sud, è una di queste. Pur essendo illegale dal 1961, in India persiste tuttora la consuetudine della dote, secondo la quale le ragazze devono offrire alla famiglia del futuro marito una rilevante somma di denaro. Nei villaggi le famiglie, già povere, non sono in grado di far fronte a questa spesa, così molte ragazze decidono di accettare un impiego nelle industrie tessili e manifatturiere in città, attratte dal sistema del sumangali (“matrimonio” in lingua Tamil), che consiste nella promessa di fornire alla lavoratrice, al termine di un periodo di tre anni, una somma consistente di denaro da utilizzare come dote. Per tre anni le ragazze vivono e lavorano all’interno di moderni lager che racchiudono le unità produttive; raramente viene concesso loro di uscire. Con l’esiguo salario devono coprire tutte le spese, compreso il vitto e l’alloggio e l’acquisto periodico delle uniformi da lavoro. A causa delle insalubri condizioni di vita e di lavoro, molte operaie lasciano le fabbriche prima della scadenza dei tre anni, andando così a perdere ogni diritto acquisito. Quelle che invece resistono e sopravvivono, senza incorrere in incidenti o malattie, ricevono una somma compresa tra i 500 e gli 800 euro, pari a oltre un quarto del loro stipendio. Al tema dedichiamo il Dossier realizzato dal fotogiornalista Alessandro Brasile. Ancora in tema di diritti, ci occupiamo dell’ anniversario di Tiananmen e del dissidente cinese Liu Xiaobo con un articolo di Rita Barbieri. A seguire viene il primo contributo di una nuova collaboratrice, che entra anche a far parte del Comitato dei corrispondenti, la scrittrice e pubblicista cinese Lijia Zhang. La sua prima corrispondenza è sul ritorno delle concubine in Cina. Infine, una doverosa segnalazione per due interviste particolarmente significative a due grandi nomi della filosofia del Novecento: Agnès Heller e André Glucksmann. Le interviste sono state curate da Francesca Lancini e Alessandra Garusi.
Si è spenta la stella fortunata sotto cui era nato Viktor Bout. . È stato il più grande, o almeno il più celebre, mercante d’armi a cavallo fra i due secoli. . Si diceva che al mondo non c’erano guerre che il russo non avesse contribuito a innescare. . Ma la sua carriera si è chiusa probabilmente per sempre nello scorso novembre, quando le autorità di polizia thailandesi lo hanno estradato negli Stati Uniti.
Dal fondamentalismo moderno, dice la pensatrice ungherese, ci possono salvare il credo repubblicano, il senso civico, la consapevolezza di cosa vuol dire essere cittadini. La democrazia deve essere difesa e insegnata ogni giorno, perché non è naturale dal punto di vista politico. Il suo edificio non ha fondamenta. È una scelta che richiede responsabilità: dobbiamo sottoscrivere la frase “tutti gli uomini sono nati liberi” ancora e ancora.
Specializzata nella produzione di reti elettrosaldate speciali, recinzioni e cancellate ad uso professionale, industriale e civile, la Nuova Defim è stata acquisita dal gruppo Feralpi, uno dei maggiori player siderurgici europei, con 1400 dipendenti, una produzione di acciaio pari a 1,78 milioni di tonnellate all’anno e un fatturato 2009 di 700 milioni (stima 2010 a 900 milioni). La società di Agrate Brianza punta ora decisamente sull’estero. Come spiega in questa intervista il capo azienda Alberto Messaggi.