Centrafrica: accusato l’ex Presidente di colpo di Stato
In Centrafrica il Governo ha accusato Bozizé di tentato colpo di Stato: l'ex Presidente avrebbe intenzione di marciare con gruppi armati verso la capitale. L'Onu invia i caschi blu
In Centrafrica il Governo ha accusato Bozizé di tentato colpo di Stato: l’ex Presidente avrebbe intenzione di marciare con gruppi armati verso la capitale. L’Onu invia i caschi blu
Il Governo della Repubblica Centrafricana ha accusato ieri l’ex Presidente François Bozizé di tentato colpo di stato, a una settimana dalle elezioni legislative e presidenziali. Stando a quanto dichiarato dalle autorità, Bozizé si troverebbe nei pressi della città di Bossembélé e avrebbe intenzione di marciare con i suoi fedeli verso la capitale Bangui, circa 150 chilometri a sud-est.
La situazione nella Repubblica Centrafricana
Bozizé ha 74 anni, è un ex-generale ed è stato Presidente della Repubblica Centrafricana dal 2003 al 2013: ha preso il potere con un colpo di stato ed è stato poi rovesciato da una ribellione. Dopo anni di esilio all’estero è rientrato nel Paese nel dicembre 2019, e il Governo lo accusa di stare orchestrando un piano per destabilizzare le istituzioni.
La sua candidatura alle elezioni di domenica 27 dicembre è stata rigettata a inizio mese dalla corte suprema sudafricana perché non rispetterebbe i requisiti di moralità: Bozizé è infatti accusato di crimini contro l’umanità e nei suoi confronti è stato emesso un mandato di arresto internazionale.
Il rovesciamento del regime di Bozizé da parte di un gruppo di ribelli armati noto come Sélékae composto principalmente da musulmani – circa il 10% della popolazione, in un Paese a grande maggioranza cristiana – sfociò in una sanguinosa guerra civile: al Séléka si contrapposero delle milizie cristiane e animiste chiamate Anti-balaka; anche la Francia, ex potenza coloniale, inviò dei soldati.
Negli ultimi due anni l’intensità degli scontri è diminuita, ma le milizie controllano comunque ancora gran parte del territorio centrafricano. Nemmeno l’influenza di Bozizé è svanita: l’ex Presidente può ancora contare su sacche di consenso localizzate principalmente nell’ovest, tra l’etnia Gbaya, e tra le forze armate.
L’intervento dell’Onu
Sabato i leader di tre dei maggiori gruppi armati hanno annunciato la nascita di una coalizione, la Coalizione dei patrioti per il cambiamento, per unificare le loro operazioni e il comando, invitando “tutti gli altri gruppi armati a unirsi”.
Il giorno prima le Nazioni Unite avevano inviato i propri corpi di pace nella porzione occidentale della Repubblica Centrafricana in risposta agli attacchi compiuti da tre gruppi ribelli: il 3R, il Movimento patriottico per l’Africa centrale e le milizie Anti-balaka. Secondo l’Onu si tratterebbe di attacchi “coordinati” e di un “tentativo deliberato” di boicottare il voto di domenica prossima.
Le milizie hanno infatti accusato l’attuale Presidente Faustin-Archange Touadéra, in carica da marzo 2016, di voler truccare le elezioni e hanno minacciato reazioni violente. L’Onu ha detto che questi gruppi avrebbero preso il controllo di diverse località sulla strada verso la capitale Bangui, che adesso rischia un blocco dei rifornimenti.
Il Governo della Repubblica Centrafricana ha accusato ieri l’ex Presidente François Bozizé di tentato colpo di stato, a una settimana dalle elezioni legislative e presidenziali. Stando a quanto dichiarato dalle autorità, Bozizé si troverebbe nei pressi della città di Bossembélé e avrebbe intenzione di marciare con i suoi fedeli verso la capitale Bangui, circa 150 chilometri a sud-est.
La situazione nella Repubblica Centrafricana
Bozizé ha 74 anni, è un ex-generale ed è stato Presidente della Repubblica Centrafricana dal 2003 al 2013: ha preso il potere con un colpo di stato ed è stato poi rovesciato da una ribellione. Dopo anni di esilio all’estero è rientrato nel Paese nel dicembre 2019, e il Governo lo accusa di stare orchestrando un piano per destabilizzare le istituzioni.
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