Pechino risponde all’attacco di Trump contro Huawei. Il 1° giugno sono scattati i dazi contro gli Stati Uniti
La Cina ha annunciato di stare preparando una lista nera di aziende straniere “inaffidabili”, ovvero dannose per gli interessi delle compagnie cinesi. Per il momento non sono stati forniti altri dettagli: non si sa quali aziende finiranno sulla lista né che tipo di limitazioni o sanzioni verranno applicate nei loro confronti.
L’annuncio è una chiara risposta alle ultime mosse degli Stati Uniti. Due settimane fa l’amministrazione Trump ha infatti imposto una serie di restrizioni a Huawei, l’azienda cinese che produce telefoni e strumenti per le telecomunicazioni, per impedirne o limitarne i contatti con le imprese americane (ad esempio Google, che ha sospeso a Huawei la licenza per l’utilizzo del sistema operativo Android). Secondo Washington – lo ha ribadito di recente il Segretario della Difesa Patrick Shanahan – Huawei è “troppo vicina al Governo cinese”.
La nuova lista nera di Pechino, scrive il Washington Post, sarà un problema per gli imprenditori, perché li costringerà a scegliere se schierarsi con la Cina oppure con gli Stati Uniti. Il “caso Huawei” è distinto ma profondamente legato alla guerra commerciale tra le due superpotenze, impegnate in uno scontro non soltanto economico ma soprattutto strategico: in ballo c’è la supremazia tecnologica.
A proposito di trade war, il 1° giugno sono entrati in vigore i dazi (dal valore di 60 miliardi di dollari) imposti dalla Cina su alcuni beni di importazione statunitense, in risposta all’aumento delle sanzioni sulle merci cinesi annunciato da Donald Trump a inizio maggio.
Il prossimo capitolo dello scontro tra Cina e Stati Uniti verterà probabilmente sulle terre rare. Si tratta di un gruppo di 17 minerali (scandio, ittrio, lantanio e altri) utilizzati nella fabbricazione di dispositivi elettronici e tecnologia militare. La Cina ne è la maggiore produttrice mondiale ed è la fonte dell’80% delle terre rare importate dagli Stati Uniti: consapevole di questa dipendenza, Pechino potrebbe utilizzarle come arma negoziale contro Washington.
@marcodellaguzzo
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