Lanciato nel 2015, questo pagamento interbancario transfrontaliero ha guadagnato importanza con le nuove minacce di sanzioni statunitensi. Pechino riuscirà a sfruttare le crisi internazionali per ridurre la propria dipendenza dal dollaro?
Stati Uniti, Unione europea, Canada e Gran Bretagna hanno deciso di escludere alcune banche russe dal sistema circolatorio delle transazioni commerciali internazionali SWIFT. Si tratta di un sistema di messaggistica finanziaria, universamente accettato, che costituisce lo standard per chiudere velocemente i pagamenti di beni, servizi e materie prime. Mentre la lista delle banche deve ancora essere rilasciata, la Cina sta guardando da vicino gli sviluppi, in particolare come funziona l’equivalente russo di SWIFT.
Pechino, infatti, vorrebbe capire se, in caso di sanzioni, un sistema alternativo potesse limitare i danni all’economia. La mossa di bandire le istituzioni finanziarie russe è probabile che acceleri anche l’espansione del sistema di pagamento e regolamento transfrontaliero di Pechino. Questo sistema di pagamento interbancario transfrontaliero, o CIPS, ha infatti guadagnato importanza con le nuove minacce di sanzioni statunitensi.
Cos’è il CIPS e come è legato alla diffusione dello yuan nel mondo
Il sistema, lanciato nell’ottobre 2015, fornisce un sistema internazionale indipendente di pagamento e compensazione dello yuan. Con sede nel centro finanziario di Shanghai, impiega più di 100 persone e ha un capitale registrato di 2,38 miliardi di yuan. L’importante infrastruttura finanziaria è supervisionata dalla People’s Bank of China. Il China National Clearing Centre, un affiliato della Banca centrale, è il maggiore azionista, con una quota del 15,7%. Il sistema è stato creato per promuovere l’uso internazionale della valuta cinese, una missione iniziata nel 2009 con un focus iniziale sul regolamento commerciale. È diventato più importante dopo che Pechino ha avviato l’ambiziosa Belt and Road Initiative che coinvolge centinaia di miliardi di yuan di investimenti cinesi all’estero.
L’uso dello yuan è aumentato dopo la sua inclusione nel paniere dei diritti speciali di prelievo del Fondo monetario internazionale nel 2015. Tuttavia, la sua quota non è proporzionata al suo status di seconda economia mondiale, che rappresenta il 18% del prodotto interno lordo globale. I dati SWIFT hanno mostrato che lo yuan cinese ha rappresentato il 3,2% dei pagamenti globali nel mese di gennaio; questa cifra è molto al di sotto del dollaro statunitense, che ha rappresentato il 39,92%, l’euro al 36,56% e la sterlina inglese al 6,3%. Il CIPS, invece, ha riportato 2,68 milioni di transazioni nei primi 11 mesi dello scorso anno, un aumento del 58% rispetto all’anno precedente. Il valore della transazione è balzato dell’83% a 64 trilioni di yuan, ha riferito lo Shanghai Securities News.
SWIFT E CIPS, i progetti futuri e l’espansione verso le banche d’oltremare
Dopo il lancio di CIPS nel 2015, 19 banche hanno aderito alla prima fase del progetto, comprese 11 banche cinesi e otto banche d’oltremare. Tra queste vi erano Standard Chartered, Deutsche Bank, HSBC, Citi Bank, DBS Bank, Bank of East Asia, BNP Paribas e ANZ. Nel gennaio di quest’anno, il sistema aveva 1.280 utenti in 103 Paesi, comprese 75 banche partecipanti direttamente e 1.205 partecipanti indiretti. Il coinvolgimento di grandi banche internazionali lo distingue dal sistema russo per il trasferimento dei messaggi finanziari (SPFS). Il sistema russo, che ha circa 400 utenti, ha infatti solo una dozzina di banche straniere di Paesi come Cina, Cuba, Bielorussia, Tagikistan e Kazakistan.
Il CIPS è visto come una possibile alternativa al sistema di regolamento globale controllato dagli Stati Uniti. Il CIPS, tuttavia, è molto più piccolo di Swift, che è usato da 11.000 istituzioni finanziarie in 200 Paesi, tra cui quasi 600 banche cinesi. Attualmente, c’è più cooperazione che competizione tra i due sistemi. SWIFT ha istituito una filiale a Pechino nel 2019, mentre nel 2021 ha formato una joint venture con diverse affiliate della banca centrale cinese; tra queste affiliate c’era anche CIPS.
Gli analisti cinesi credono che le sanzioni alle banche russe saranno un campanello d’allarme per Pechino. A tal proposito hanno scritto di recente gli analisti di Dongguan Securities Chen Weiguang, Luo Weibin e Liu Menglin. “Come si è visto dall’esclusione di SWIFT della Russia e dall’attrito commerciale Cina-Usa negli ultimi anni, è necessario ridurre la dipendenza da SWIFT”. Il Presidente del CIPS Xu Zaiyue ha dichiarato, in un’intervista con Shanghai Securities News, che mira ad aumentare il numero di banche che partecipano direttamente. “Speriamo di fornire servizi in tutto il mondo un giorno, e soprattutto di facilitare i servizi ai partecipanti d’oltremare”; Zaiyue ha concluso che “ci saranno servizi CIPS ovunque ci sia lo yuan”.
Lanciato nel 2015, questo pagamento interbancario transfrontaliero ha guadagnato importanza con le nuove minacce di sanzioni statunitensi. Pechino riuscirà a sfruttare le crisi internazionali per ridurre la propria dipendenza dal dollaro?