L’amministrazione Trump, preoccupata per l’espansione di Pechino nell’area, blocca la dichiarazione finale del meeting perché cita il cambiamento climatico
Il meeting del Consiglio Artico di Rovaniemi, in Finlandia, si apre sotto i peggiori auspici. Il galoppante cambiamento climatico, negato a più riprese dagli Stati Uniti, mette a repentaglio la vita sulla terra e presto scatenerà una guerra commerciale per l’esplorazione di aree terrestri ancora vergini, ricche di minerali, petrolio e gas. L’interesse cinese per l’area è cosa risaputa, con la Polar Silk Road concretizzatasi con una proposta di Xi Xinping lo scorso anno.
A causa del riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci porterà all’apertura di nuove rotte commerciali di grande interesse non solo per i Paesi che si affacciano sull’area ma anche per altri attori internazionali. La Cina, membro osservatore dell’Arctic Council dal 2013, ha già prospettato la Via della Seta Polare con un white paper, il primo atto politico di Pechino sull’argomento, incoraggiando il settore privato alla costruzione di infrastrutture per gli scambi commerciali. Tra gli interessi del del gigante asiatico nella regione artica, l’impianto di Gas naturale liquefatto (Gnl) di Yamal, in Russia, del quale Pechino è azionista. Aperto nel 2017, dall’impianto la Cina riceverà 4 milioni di tonnellate per anno.
Il Segretario di Stato Mike Pompeo ha messo le mani avanti, dichiarando che gli otto Paesi artici “dovranno adattarsi a un nuovo futuro” che vede la regione come arena per la competizione tra potenze mondiali. “Il pericolo” — ha detto Pompeo — “è che l’Artico si trasformi in un nuovo Mar Cinese Meridionale, militarizzato e sottoposto all’atteggiamento aggressivo da parte della Cina”. Nessun riferimento al cambiamento climatico nel discorso del Segretario di Stato. Per giunta, secondo alcune fonti diplomatiche riportate dal Washington Post, sulla dichiarazione finale dell’incontro di Rovaniemi ci sarebbero forti discussioni sull’inserimento di riferimenti all’Accordo sul Clima di Parigi, dal quale gli Stati Uniti si sono unilateralmente ritirati nei mesi scorsi.
L’Arctic Council è formato da Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Svezia, Norvegia, Russia e Stati Uniti e ha come obiettivo la collaborazione tra i Paesi che si affacciano territorialmente sul Circolo Polare Artico. Il Consiglio è stato ideato come forum di discussione sulle questioni della regione, con lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’Artico obiettivi sanciti dalla Dichiarazione di Ottawa del 1996.
@melonimatteo
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