Per la Corea del Nord il 2022 inizia con test missilistici e sanzioni statunitensi. Le cose, però, potrebbero non essere più come prima. La crisi interna e le spinte per il dialogo sulla pace potrebbero cambiare il volto della penisola coreana
Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha personalmente supervisionato il test di un missile ipersonico. È la prima volta che Kim viene mostrato mentre assiste al lancio di un missile in quasi due anni. Giappone e Corea del Sud hanno entrambi segnalato il lancio martedì, dicendo che sospettavano si trattasse di un missile balistico, vietato dalle Nazioni Unite. Il test missilistico e le seguenti sanzioni dell’amministrazione Biden ricordano gli anni precedenti alla pandemia ma la situazione geopolitica dell’area appare profondamente diversa.
Piano quinquennale, le priorità della Corea del Nord
Nonostante l’imposizione di sanzioni internazionali e un’economia in deterioramento, Kim ha spinto per la modernizzazione dell’esercito della Corea del Nord e l’adozione di armi sofisticate.
I missili ipersonici sono presenti tra gli obiettivi di “massima priorità” per le armi strategiche nell’attuale piano quinquennale della Corea del Nord. Kim ha giurato di continuare a costruire le capacità di difesa del Paese in una riunione chiave del partito di Governo il mese scorso.
Il focus sui programmi missilistici e le forze militari non significa, però, che Kim abbia risolto i problemi di politica interna. Dopo l’inizio della pandemia, infatti, i blocchi di frontiera hanno lasciato la Corea del Nord più isolata che mai. Le organizzazioni umanitarie internazionali avvertono di possibili carenze di cibo e di una crisi umanitaria. Nel piano quinquennale del partito di Governo, infatti, hanno un ruolo importante la risoluzione della crisi alimentare e il miglioramento del tenore di vita dei cittadini.
Dopo aver visto il test, Kim ha esortato gli scienziati militari ad “accelerare ulteriormente gli sforzi per costruire costantemente il muscolo militare strategico del Paese; sia in qualità che in quantità e modernizzare ulteriormente l’esercito”, riporta l’agenzia stampa nordcoreana KCNA. Chad O’Caroll, direttore del Korea Risk Group, ha affermato che il rilievo dato alla presenza di Kim al lancio è significativo. “Significa che Kim non è preoccupato di essere associato personalmente ai test di nuove tecnologie e non si preoccupa di come gli Stati Uniti vedano questo”.
Politica delle sanzioni da Trump a Biden
L’amministrazione Biden ha imposto in questi giorni le sue prime sanzioni alla Corea del Nord in seguito a una serie di lanci di missili nordcoreani. Questi lanci, di cui due effettuati la scorsa settimana, costituiscono infatti violazioni delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in merito. Le sanzioni hanno preso di mira sei nordcoreani, un russo e una società russa che Washington ha detto essere responsabile dell’approvvigionamento dei materiali. Gli USA hanno anche proposto che cinque di questi individui siano inseriti nella lista nera del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Un passo del genere richiederebbe un accordo da parte del comitato per le sanzioni sulla Corea del Nord, il che non appare scontato.
Anthony Ruggiero, un esperto di sanzioni nella precedente amministrazione Trump, ha definito le nuove sanzioni “un buon inizio”. Nonostante ciò Ruggiero suggerisce la necessità di “aumentare la pressione sul regime di Kim”. L’utilizzo delle sanzioni era, infatti, un tratto distintivo della precedente amministrazione nei suoi rapporti con la Corea del Nord.
L’amministrazione del Presidente statunitense Joe Biden, però, ha sempre cercato, senza successo di coinvolgere Pyongyang in un percorso di diplomazia e dialogo. L’obiettivo di questo sforzo diplomatico è sempre quello di riuscire a convincere il Paese a rinunciare alle sue armi nucleari e ai suoi missili. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price ha detto che gli Usa rimangono impegnati a perseguire la diplomazia con la Corea del Nord.
La Corea del Sud e il dialogo per la pace
Il giorno in cui la Corea del Nord ha lanciato il suo primo missile dell’anno, il Presidente sudcoreano Moon Jae-in era a Goseong. Nella città di confine Moon partecipava a una cerimonia di inaugurazione di una linea ferroviaria che spera un giorno di ricollegare la penisola coreana divisa. Da quando è entrato in carica cinque anni fa, Moon ha fatto sforzi senza precedenti per coinvolgere il nordcoreano Kim Jong-un in un dialogo. La coppia si è incontrata tre volte nel 2018, impegnandosi a dichiarare la fine della guerra di Corea entro la fine dell’anno. Quell’offerta, però, insieme ai negoziati si è arenata l’anno successivo, quando un vertice tra Kim e Donald Trump nella capitale vietnamita, Hanoi, è fallito.
Moon ha espresso nei giorni scorsi la preoccupazione che il test del 5 gennaio possa destabilizzare ulteriormente i legami inter coreani. Il Presidente sudcoreano ha quindi sottolineato che il suo governo non abbandonerà la speranza di riprendere i colloqui di pace. Negli ultimi mesi, Moon, che lascerà l’incarico a maggio, ha infatti intensificato gli sforzi per rimettere in pista il processo di pace. Per questa ragione il paese ha organizzato incontri diplomatici sia con la Cina che con gli Stati Uniti per facilitare tale processo.
Riguardo le sanzioni vi sarebbe, però, la possibilità che si ricrei il “clima ostile” che per Kim impedisce un dialogo sulla pace. Secondo un portavoce del Ministro degli Esteri sudcoreano le sanzioni non escludono approcci diversi. “Pensiamo che la misura rifletta l’attuale posizione degli Usa secondo la quale anche l’attuazione delle sanzioni è importante, insieme al dialogo”.
Nonostante l’imposizione di sanzioni internazionali e un’economia in deterioramento, Kim ha spinto per la modernizzazione dell’esercito della Corea del Nord e l’adozione di armi sofisticate.