Coronavirus: Mario Draghi interviene al Financial Times
Coronavirus: Mario Draghi interviene al Financial Times invitando i Governi europei ad aumentare il debito pubblico per sostenere l’economia. Negli Stati Uniti richieste record di sussidi di disoccupazione
Coronavirus: Mario Draghi interviene al Financial Times invitando i Governi europei ad aumentare il debito pubblico per sostenere l’economia. Negli Stati Uniti richieste record di sussidi di disoccupazione
In un commento pubblicato ieri sul Financial Times, l’ex-presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha chiesto all’Europa e ai governi “un cambio di mentalità”. Per fronteggiare il costo economico della pandemia di Covid-19 ed evitare che la recessione “si trasformi in una prolungata depressione” – ha scritto l’economista – è necessario “un aumento significativo del debito pubblico”.
Le perdite del settore privato, sostiene Draghi, dovranno essere assorbite, del tutto o in parte, dal bilancio dei Governi. “Livelli molto più alti di debito pubblico diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato”. È un’affermazione molto forte, anche perché i trattati europei fissano dei limiti precisi e piuttosto ristretti alla spesa. Specialmente per un Paese come l’Italia, il cui debito pubblico rapportato al Pil è uno dei più alti al mondo.
Riassumendo, per Draghi dovrà essere lo Stato a proteggere le imprese e i posti di lavoro attraverso misure di sostegno alla liquidità. Non farlo significherebbe uscire dalla crisi con livelli di occupazione e di capacità produttiva “permanentemente più bassi”.
La buona notizia, scrive Draghi, è che l’Europa è ben attrezzata per reagire allo shock, grazie a una struttura finanziaria “granulare” in grado di convogliare fondi dove è necessario, oltre che a un settore pubblico forte e capace di rispondere con rapidità.
La settimana scorsa la Bce – ora guidata da Christine Lagarde –, nell’annunciare un nuovo programma di acquisto di titoli da 750 miliardi di euro aveva rilasciato alcune dichiarazioni che sembrano essere in linea con il pensiero di Mario Draghi. Si è ad esempio detta pronta a superare i propri limiti pur di proteggere l’economia dell’Europa, che sta attraversando una fase di crollo sia dell’offerta che della domanda.
Sempre ieri, anche il Presidente della Federal Reserve (la banca centrale americana) ha detto di essere pronto a concedere prestiti sostanzialmente illimitati per sostenere l’economia degli Stati Uniti, che – ha aggiunto – potrebbe essere in recessione. La capacità di intervento della Federal Reserve è però limitata dal capitale fornito dal dipartimento del Tesoro.
Nell’ultima settimana negli Stati Uniti ci sono state 3,3 milioni di richieste per un sussidio di disoccupazione. È un numero circa quattro volte più alto del massimo storico registrato nel 1982.
Ascolta il commento del Direttore Giuseppe Scognamiglio che spiega nel dettaglio il contenuto dell’articolo di Mario Draghi.
In un commento pubblicato ieri sul Financial Times, l’ex-presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha chiesto all’Europa e ai governi “un cambio di mentalità”. Per fronteggiare il costo economico della pandemia di Covid-19 ed evitare che la recessione “si trasformi in una prolungata depressione” – ha scritto l’economista – è necessario “un aumento significativo del debito pubblico”.
Le perdite del settore privato, sostiene Draghi, dovranno essere assorbite, del tutto o in parte, dal bilancio dei Governi. “Livelli molto più alti di debito pubblico diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato”. È un’affermazione molto forte, anche perché i trattati europei fissano dei limiti precisi e piuttosto ristretti alla spesa. Specialmente per un Paese come l’Italia, il cui debito pubblico rapportato al Pil è uno dei più alti al mondo.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica