I dati Istat sono iperconcentrati sui disoccupati. Servirebbe dunque più lavoro: accelerare i cantieri, agire sugli investimenti pubblici, alleggerire le tasse in busta paga. Coi soli sussidi non andremo molto lontano
La povertà in Italia non è stata abolita ma si è fermata. Il che non è una grande consolazione. Sono più di 1,8 milioni le famiglie italiane in condizioni di indigenza assoluta, per un numero complessivo di 5 milioni di individui (8,4% del totale).
Secondo i dati Istat relativi al 2018, pur rimanendo ai livelli massimi dal 2005, la crescita infatti si è arrestata. L’Istat non ha rilevato significative variazioni rispetto al 2017, nonostante il quadro di diminuzione della spesa complessiva delle famiglie in termini reali.
Niente di nuovo sotto il sole: il Mezzogiorno si conferma l’area con la più alta incidenza delle famiglie in povertà assoluta, registrando percentuali del 9,6% nella parte continentale e del 10,8% nelle Isole. Ben più bassi i numeri relativi, invece, al Nord-Ovest (6,1%) e al Nord-Est e al Centro, entrambi al 5,3%. Se andiamo a vedere più da vicino i dati ci accorgiamo che sono iperconcentrati sui disoccupati.
La risposta per ridurre la povertà infatti, più che un sussidio per chi non ha lavoro (il cosiddetto reddito di cittadinanza) è il lavoro. Bisognerebbe agire sui provvedimenti che sbloccano i cantieri, aumentare gli investimenti pubblici, agire sul cuneo fiscale, ovvero alleggerire le tasse sul lavoro.
Paradossalmente, il reddito di cittadinanza sta dissuadendo molti giovani ad accettare un impiego, soprattutto al Sud. Molti piccoli imprenditori non riescono a trovare personale per le loro attività soprattutto nel campo dei servizi e nella ristorazione. Perché lavorare in un bar a novecento euro al mese, se ne posso prendere settecento senza far nulla? A meno che, naturalmente, lo stipendio non sia in nero. Povera Italia…
@f_anfossi
I dati Istat sono iperconcentrati sui disoccupati. Servirebbe dunque più lavoro: accelerare i cantieri, agire sugli investimenti pubblici, alleggerire le tasse in busta paga. Coi soli sussidi non andremo molto lontano