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Disastro migranti al confine tra Grecia e Turchia


La Turchia, ormai esausta, non blocca più i profughi siriani in fuga dalle zone di guerra. Atene ferma le richieste di asilo per un mese

Situazione drammatica per centinaia di migliaia di migranti al confine greco-turco. Il conflitto tra la Turchia e la Siria e le tensioni con la Russia per la regione di Idlib ha portato il Presidente Erdogan alla decisione di non rispettare più l’accordo sottoscritto nel 2016 con l’Unione europea, lasciando che il flusso di profughi (quasi 4 milioni) ospitato nel Paese anatolico si possa riversare verso le nazioni confinanti, Grecia e Bulgaria su tutte. Si registra già la morte di un bambino siriano annegato dopo il ribaltamento di un’imbarcazione al largo dell’isola di Lesbo.

L’agenzia di stampa turca Anadolu, citando il Ministro dell’Interno Suleyman Soylu, riferisce che almeno 117,677 migranti irregolari hanno raggiunto il suolo europeo, con l’Ue che, secondo Ankara, non avrebbe rispettato i termini del patto siglato 4 anni fa. La risposta della Grecia alla decisione turca è stata durissima: il Primo Ministro Kyriakos Mītsotakīs ha comunicato che “i confini della Grecia sono i confini dell’Europa. Noi li proteggeremo. Non cercate di entrare illegalmente in Grecia, verrete rispediti indietro”.

Ma è polemica tra Turchia e Grecia. Mītsotakīs ha scritto nei giorni scorsi su Twitter che il suo Paese non ha “alcuna responsabilità per i tragici eventi in Siria e non soffrirà le conseguenze delle decisioni prese da altri”. Il Ministero degli Esteri, rispondendo ai numeri del Ministro Soylu, ha precisato che quella delle autorità turche è una campagna di disinformazione: sarebbero solo 10mila le persone bloccate al confine con la Turchia a Evros.

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