Etiopia: l’accusa di Amnesty International esaspera le tensioni
Etiopia: Amnesty International ha denunciato un massacro di civili nella regione del Tigray. Gli analisti parlano del rischio di una guerra civile, viste le tensioni tra le varie etnie
Etiopia: Amnesty International ha denunciato un massacro di civili nella regione del Tigray. Gli analisti parlano del rischio di una guerra civile, viste le tensioni tra le varie etnie
L’Unione africana – l’organizzazione che riunisce tutti gli Stati del continente e che ha sede ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia – ha rimosso il proprio capo della sicurezza dopo che il Governo etiope lo ha accusato di slealtà. La notizia è importante perché si lega direttamente al conflitto in corso in Etiopia tra le autorità federali e quelle della regione del Tigrè.
Il 4 novembre scorso il Primo Ministro Abiy Ahmed ha infatti ordinato un attacco militare verso questa zona del Paese, nel nord, ufficialmente per ristabilire l’autorità del Governo centrale. Diversi analisti hanno però parlato del rischio di una guerra civile, viste le tensioni tra le varie etnie che abitano l’Etiopia.
Perché la “purga” all’Unione africana è importante
L’ormai ex responsabile della sicurezza dell’Unione africana, Gebreegziabher Mebratu Melese, è di nazionalità etiope e di etnia tigrina. È stato rimosso l’11 novembre, dopo che il Ministro della Difesa dell’Etiopia ha inviato una lettera all’organizzazione esprimendo preoccupazioni sulla lealtà dell’uomo.
È un cattivo segnale. Secondo l’analista Rashid Abdi – ex ricercatore presso l’International Crisis Group ed esperto di Corno d’Africa – la “purga” di Gebreegziabher e di altri funzionari tigrini in Etiopia dall’inizio dell’offensiva sembra segnalare che quella in corso non sia una lotta per il potere tra cento e periferia, quanto piuttosto una “guerra etnica”.
Dall’inizio del mandato del premier Abiy Ahmed, nel 2018, il Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Tplf) – il partito che controlla la regione, espressione dell’etnia tigrina – era peraltro già stato marginalizzato dalla politica di livello federale.
Il massacro e i profughi
A causa del blocco delle comunicazioni, non è semplice capire come stiano procedendo gli scontri tra l’esercito e il Tplf nel Tigrè, e dunque ricostruire l’effettiva situazione al di là delle dichiarazioni delle parti coinvolte.
Sebbene sia ancora da verificare, Amnesty International ha denunciato un massacro di civili nella regione, più precisamente nella città di Mai-Kadra: i morti sarebbero “numerose decine, ma probabilmente centinaia”, mentre la responsabilità è stata ricondotta a gruppi alleati al Tplf. Le Nazioni Unite hanno richiesto l’apertura di un’indagine.
Il Sudan – che confina ad est con il Tigrè – ha detto invece di aspettarsi un flusso di 200mila profughi etiopi in entrata nel suo territorio; già 10mila persone hanno attraversato la frontiera per sfuggire agli scontri.
La situazione politica
Ieri Abiy ha dichiarato che il Parlamento centrale ha nominato un nuovo Presidente del Tigrè, dopo averne precedentemente sciolto il Governo con l’accusa di illegittimità. A settembre nella regione si erano infatti tenute delle elezioni – vinte dal Tplf – senza però l’assenso di Addis Abeba, che non le ha considerate valide. Il Tplf ritiene a sua volta Abiy un leader illegittimo, sostenendo che il suo mandato sia scaduto.
Oltre a nominare un nuovo Presidente del Tigrè, il Parlamento etiope ha anche rimosso l’immunità penale all’ex-capo della regione – Debretsion Gebremichael, vincitore delle elezioni – e ad altri 38 funzionari del Tplf con le accuse di tradimento e di ribellione armata. La polizia ha invece arrestato 24 attivisti del partito sospettati di voler organizzare degli attacchi ad Addis Abeba.
L’Unione africana – l’organizzazione che riunisce tutti gli Stati del continente e che ha sede ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia – ha rimosso il proprio capo della sicurezza dopo che il Governo etiope lo ha accusato di slealtà. La notizia è importante perché si lega direttamente al conflitto in corso in Etiopia tra le autorità federali e quelle della regione del Tigrè.
Il 4 novembre scorso il Primo Ministro Abiy Ahmed ha infatti ordinato un attacco militare verso questa zona del Paese, nel nord, ufficialmente per ristabilire l’autorità del Governo centrale. Diversi analisti hanno però parlato del rischio di una guerra civile, viste le tensioni tra le varie etnie che abitano l’Etiopia.
Perché la “purga” all’Unione africana è importante
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