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Euro-realismo e elezioni


Riforme, semplificazione, riunificazione, Europa a due (o più) velocità…sono tante le idee e proposte che tentano di rispondere alla inquietante domanda “Come pensiamo di far andare avanti a 33 o a 36 una Ue che già dimostra di non funzionare a 27?”

Allargamento, approfondimento o integrazione differenziata. Con le urne del 6-9 giugno in inesorabile avvicinamento, il 2024 sarà una tappa di tutto rilievo nella definizione di che tipo di futuro vuole l’Europa per il suo progetto politico continentale. A 27, a 30, a 33 o a 36 (o persino 37, se calcoliamo pure la Turchia nel lotto dei candidati all’adesione).

Otto anni dopo, la Brexit è un ricordo lontano, e il tempo ha dato – pur con una certa, innegabile amarezza – ragione all’Ue, mettendo a nudo le fragilità di un Regno Unito che fatica a ritrovare la bussola, mentre tra i britannici prevale il rimpianto dei tempi andati.

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