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La geopolitica degli studenti – Europa, costruire il dialogo con Mosca


Un gruppo di giovani studenti nella capitale dello Stato più esteso al mondo cerca di entrare nelle logiche del tradizionalmente controverso rapporto della Federazione Russa con l’Occidente

La Russia non si può capire con la mente, scriveva Fёdor Tjutchev nel 1866, e ad oggi questo verso è universalmente assunto a descrizione del carattere irrazionale della civiltà russa. Aprirsi alla Russia, lasciando da parte gli stereotipi e mettendoci il cuore, è stata una sfida interessante per i quindici studenti della Study Mission organizzata dall’Eastwest European Institute a Mosca, dal 22 al 29 settembre 2019. Una settimana densa di incontri con esponenti del mondo della diplomazia, del business e della società civile, per discutere la Russia di oggi, il risultato di venti anni al potere di Vladimir Putin e l’esemplificazione del sostantivo ‘contraddizioni’. Mosca non è solo una delle città più belle del mondo con un fascino inspiegabile, ma è soprattutto un attore importante nello scenario internazionale.

La crisi in Ucraina ha contribuito a raffreddare notevolmente le relazioni di Mosca con l’Occidente e, in particolar modo, con Bruxelles e Washington, a causa delle dibattutissime sanzioni (oggetto, peraltro, dell’esercizio di simulazione di negoziati che abbiamo svolto a Villa Berg, sede dell’Ambasciata d’Italia). Dal malcontento e l’insuccesso registrati in questi anni, è risultata necessaria l’adozione di un approccio diverso: uno sguardo più aperto, comprensivo e “giovane” nei confronti della Federazione Russa, sicuramente non una realtà senza difetti, ma senza dubbio eccessivamente demonizzata da un Occidente alla costante ricerca di un nemico. Per l’Europa, e nello specifico per l’Italia, i rapporti con la Federazione Russa sono di fondamentale importanza, per questo si sta dimostrando minor rigidità verso Mosca. Ne abbiamo discusso con l’Ambasciatore italiano Pasquale Terracciano, l’Ambasciatore dell’Unione europea nella Federazione Russa Markus Ederer e il Professor Dmitry Suslov, esperto di relazioni internazionali, e siamo riusciti ad avere accesso a una comprensione più ampia e dettagliata degli innumerevoli punti di vista, interessi e obiettivi in gioco, spesso non così semplici da affrontare pragmaticamente. È però proprio il dialogo che oggi sembra mancare maggiormente ai piani più alti, in questo contesto di incertezze e difficoltà interne ed esterne.

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