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Francia: la gara per l’Africa


Francia: il coronavirus spinge Macron ad aiutare l’Africa con l'intenzione di cancellare il suo debito con l'Europa. Senza perdere di vista Mosca e Ankara

A sessant’anni dal processo di indipendenza che le portò via le sue colonie africane, la Francia si ritrova oggi in affanno nella grande corsa al continente nero, diventata ormai una gara aperta a tutti e sempre più competitiva, soprattutto ai tempi del coronavirus. Una frenata cominciata negli anni Novanta, quando Parigi ha visto crollare pezzo dopo pezzo quel castello di carte costruito su corruzione e relazioni clientelari con i Governi locali, ribattezzato Françafrique nel 1955 dall’allora Presidente ivoriano Félix Houphouët Boigny e diventato nel tempo l’emblema del neocolonialismo francese.

Il ritardo si rispecchia soprattutto nei rapporti economici e commerciali. Secondo la Compagnia francese di assicurazione per il commercio esterno (Coface) dal 2000 al 2017 le esportazioni transalpine destinate all’Africa subsahariana sono dimezzate, passando dall’11% al 5,5%.

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