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Geopolitica e calcio – Le stelle italiane in Europa brillano a metà


Dopo le prime due giornate dei gironi di Champions League, si può già tirare qualche somma sulle 4 italiane che partecipano alla competizione.

Iniziamo, come giusto che sia e come spesso non viene fatto nelle testate giornalistiche del nostro paese, parlando delle note positive… Una su tutte, il Napoli di Luciano Spalletti. I partenopei stanno vivendo un vero e proprio sogno. Mai nella loro storia hanno avuto un inizio migliore in una competizione europea: 6 punti in due partite, punteggio pieno nel girone e tanta, tanta qualità messa in campo. Quanti avrebbero detto che il, seppur non simpaticissimo, presidente del Napoli avrebbe “azzeccato” in questa maniera esaltante un mercato estivo sentimentalmente difficile (causa perdite di senatori quali Mertens, Insigne, Koulibaly, Ospina…) per ogni supporter Napoletano? Chi poteva aspettarselo… forse, in Italia ragioniamo troppo di pancia e non diamo fiducia ad imprenditori affermati come Aurelio de Laurentiis che è riuscito a formare una compagine forse addirittura più valida di quella precedente. La critica più feroce che gli era stata portata è di aver smantellato la squadra storica pretendendo di sostituirla con degli illustri sconosciuti: certo, Aurelio… forse una dichiarazione che poteva tranquillizzare l’ambiente avresti potuto farla…

Mai avremmo quindi immaginato che un Napoli straripante mettesse a referto forse una delle più belle prestazioni della storia del club contro i leoni di Anfield, che a Fuorigrotta sembravano solamente gattini impauriti. E nemmeno avremmo scommesso sulla continuità di un tale exploit con la rotonda, forse troppo severa, vittoria a Glasgow contro i Rangers, squadra ostica, con uno stadio meraviglioso e con una tifoseria che ha allestito una coreografia da brividi per la defunta Regina, facendoci anche riflettere sull’importanza della monarchia nel Regno Unito, persino in un paese di separatisti come la Scozia.

Ma ora passiamo alle altre squadre, sennò qualcuno può insinuare che io sia di parte… e ci spostiamo a Milano, dove il Milan centra una vittoria fondamentale, dopo il pareggio in Austria con il Salisburgo. Vittoria a San Siro che mancava da 9 anni nella maggiore competizione europea, e che è arrivata con i soliti uomini decisivi di Pioli: Rafa Leao, che è diventato un giocatore assolutamente insostituibile e semina panico in qualsiasi difesa gli si presenti davanti; Olivier Giroud che, come il vino, più invecchia e più diventa decisivo. Nonostante i suoi 35 anni suonati, Giroud fa sedere in panchina un giocatore come Origi, e segna il suo 22esimo rigore su 23 calciati (Master per Zielinski che ne sbaglia 2 su 2 a Glasgow), quasi infallibile dagli undici metri.

Restiamo a Milano ma passiamo all’altra sponda della città e vediamo un Inter in difficoltà in campionato, che prende gol anche se un tifoso dagli spalti starnutisce, e che in Champions, con un girone difficilissimo per la presenza di Barcellona (tornato al top) e Bayern Monaco (corazzata tedesca), deve cercare l’impresa per passare il turno. Nella prima partita, cade in casa con un Bayern troppo più forte che non ha difficoltà a battere Onana (che diventerà titolare, viste le indecisioni di un anziano Handanovic), che risulta il migliore dei nerazzurri.

Il secondo match vede l’undici di mister Inzaghi obbligato a vincere in Repubblica Ceca, contro il modesto Victoria Plzen, e il lavoro viene completato con un netto e rotondo 0-2.

Adesso tocchiamo il tasto dolente e ci spostiamo a Torino, allo Juventus stadium… Max sei ancora tu? Sicuro che questi due anni di inattività non ti abbiano completamente cambiato? “Questi due anni sono volati” dice Massimiliano Allegri alle prime battute con la stampa dopo il ritorno in bianconero. Forse hai pensato troppo a cambiare compagna ogni sei mesi e troppo poco al gioco del calcio, gioco che ormai non riesci più ad esprimere… Una squadra allo sbando, che perde 2-1 a Parigi, facendo una partita da squadra di serie D che ad inizio ritiro fa un amichevole contro una big della serie A, nell’ingiustificata tolleranza generale (“eh vabbè questi sono alieni…”); una squadra che riesce nell’impresa di perdere le prime due di Champions League, mai nessuno alla Juve ci era riuscito. Questa Juventus, forse la più brutta di sempre, non ha gioco, non ha identità, non ha carattere, non ha coesione… allora quale qualità può avere? Certo è che se le partite durassero 25 minuti, la squadra di Max sarebbe campione del mondo…

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