Gli Usa aprono allo sfruttamento delle risorse sulla Luna, su Marte e altri corpi celesti. Critiche dalla Russia per l’approccio privatistico verso lo spazio: “Inaccettabile”
Gli Usa aprono allo sfruttamento delle risorse sulla Luna, su Marte e altri corpi celesti. Critiche dalla Russia per l’approccio privatistico verso lo spazio: “Inaccettabile”
Con un ordine esecutivo firmato nei giorni scorsi, il Presidente degli Stati UnitiDonald Trump incoraggia le imprese private all’esplorazione spaziale e allo sfruttamento delle risorse sulla Luna, su Marte e sugli altri corpi celesti, aprendo un nuovo fronte di scontro con la Russia di Vladimir Putin. Secondo l’amministrazione repubblicana, “gli americani devono avere il diritto a intraprendere esplorazioni commerciali, al recupero e all’uso delle risorse nello spazio”. Nell’ordine esecutivo viene specificato, inoltre, che lo spazio “è legalmente e fisicamente un dominio dell’attività umana che gli Stati Uniti non considerano un bene comune”.
Questo passaggio, che identifica ancora una volta l’approccio unilaterale sposato da Trump già visto in altri contesti multilaterali — l’abbandono dell’accordo sul clima di Parigi o del JCPoA sul nucleare iraniano —, non è passato inosservato, specie agli occhi dei russi. Roscosmos, l’agenzia spaziale della federazione, ha affermato che la decisione statunitense danneggia la cooperazione internazionale nell’outer space e “confligge con la nozione di spazio che appartiene all’umanità”. Quello degli Stati Uniti, per Roscosmos, è un “tentativo di espropriazione e un piano aggressivo per impadronirsi di territori su altri pianeti”. Sul caso è intervenuto anche il Cremlino: il portavoce Dmitri Peskov ha fatto sapere che “qualunque forma di privatizzazione dello spazio sarebbe considerata inaccettabile”.
Gli Stati Uniti hanno già avviato, insieme al Lussemburgo, delle iniziative legali volte alla realizzazione di una contrattualistica legata al commercio spaziale, con Washington pronta a supportare e proteggere le aziende che sfrutteranno le eventuali risorse recuperate. Sul piano del diritto internazionale, le attività svolte nello spazio sono regolamentate da alcuni trattati, non del tutto puntuali e spesso accantonati. Il trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967 detta alcune norme tra le quali la regolamentazione dell’esplorazione con finalità benefiche per tutti i Paesi, l’impossibilità di dichiarare sovranità sui pianeti o occuparne le superfici, l’uso della luna e gli altri corpi celesti per scopi prettamente pacifici. L’accordo che regola le attività sulla luna e gli altri corpi celesti — Agreement Governing the Activities of States on the Moon and Other Celestial Bodies — è entrato in vigore nel 1984, ma non è stato ratificato dai Paesi che effettivamente sono coinvolti nell’esplorazione spaziale come Stati Uniti, Russia, Cina.
Con un ordine esecutivo firmato nei giorni scorsi, il Presidente degli Stati UnitiDonald Trump incoraggia le imprese private all’esplorazione spaziale e allo sfruttamento delle risorse sulla Luna, su Marte e sugli altri corpi celesti, aprendo un nuovo fronte di scontro con la Russia di Vladimir Putin. Secondo l’amministrazione repubblicana, “gli americani devono avere il diritto a intraprendere esplorazioni commerciali, al recupero e all’uso delle risorse nello spazio”. Nell’ordine esecutivo viene specificato, inoltre, che lo spazio “è legalmente e fisicamente un dominio dell’attività umana che gli Stati Uniti non considerano un bene comune”.
Questo passaggio, che identifica ancora una volta l’approccio unilaterale sposato da Trump già visto in altri contesti multilaterali — l’abbandono dell’accordo sul clima di Parigi o del JCPoA sul nucleare iraniano —, non è passato inosservato, specie agli occhi dei russi. Roscosmos, l’agenzia spaziale della federazione, ha affermato che la decisione statunitense danneggia la cooperazione internazionale nell’outer space e “confligge con la nozione di spazio che appartiene all’umanità”. Quello degli Stati Uniti, per Roscosmos, è un “tentativo di espropriazione e un piano aggressivo per impadronirsi di territori su altri pianeti”. Sul caso è intervenuto anche il Cremlino: il portavoce Dmitri Peskov ha fatto sapere che “qualunque forma di privatizzazione dello spazio sarebbe considerata inaccettabile”.
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