I sindaci di Budapest, Varsavia, Bratislava e Praga chiedono all’Unione europea fondi diretti, bypassando i rispettivi Governi populisti
È possibile che l’Unione europea si accordi direttamente per la distribuzione dei fondi con le capitali dei Paesi del Gruppo Visegrád? I sindaci di Budapest, Varsavia, Bratislava e Praga hanno avviato un’alleanza parallela al V4 — espressione diretta delle volontà dei Governi in carica — per chiedere a Bruxelles di bypassare gli esecutivi per la realizzazione di progetti in ambito greene sulle politiche di implementazione del sentimento pro Europa.
Il desiderio di Gergely Karacsony, Rafal Trzaskowski, Matus Vallo e Zdenek Hrib potrebbe creare non poche grane a Ursula von der Leyen, da pochi mesi Presidente della Commissione europea che, tra gli altri progetti, ha recentemente lanciato il Green New Deal, osteggiato proprio da Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca.
La posizione dei quattro sindaci è chiara: l’Ue dovrebbe bypassare quei Governi nazionali — Ungheria e Polonia su tutti — che non rispettano gli standard democratici né lo stato di diritto, e trattare con le amministrazioni locali per lo sviluppo dei suoi piani. Il rischio, spiegano i rappresentanti delle capitali Visegrád, è che le città europeiste soffrano ingiustamente a causa delle politiche nazionali. Infatti, il mancato rispetto dei valori europei, come proposto da alcuni Stati membri, potrebbe portare al blocco dei fondi, che ricadrebbe non tanto sui Governi ma sulle municipalità.
Karacsony, Trzaskowski, Vallo e Hrib, sindaci all’opposizione dei Governi in carica nei rispettivi Paesi, hanno firmato il Patto delle Città Libere con lo scopo di “formare un’alleanza contro i regimi populisti nazionali che soffocano la democrazia nella regione”, ha detto il rappresentante di Budapest. Karacsony, esponente dei Verdi, ha vinto le elezioni municipali di ottobre strappando la capitale ungherese a Viktor Orbán. Stesso discorso per Varsavia, che ha eletto come sindaco Trzaskowski in una sconfitta per Jarosław Kaczyński.
Il progetto dei quattro sindaci, avviato a dicembre e presentato ufficialmente a Bruxelles nei giorni scorsi, è appoggiato da altre 11 città: alcune capitali, come Berlino, Vienna, l’Aja, Atene, Riga, Vilnius e Tallin e altre centri importanti dello sviluppo dei Paesi, come Milano, Strasburgo, Košice e Francoforte. “Chiediamo alle istituzioni europee” — si legge nella lettera indirizzata a von der Leyen — “di riconoscere il ruolo centrale delle città e delle aree urbane nell’implementazione degli obiettivi strategici nelle politiche verdi, affinché i fondi dell’Unione europea vengano allocati direttamente per avere risultati garantiti.”
È possibile che l’Unione europea si accordi direttamente per la distribuzione dei fondi con le capitali dei Paesi del Gruppo Visegrád? I sindaci di Budapest, Varsavia, Bratislava e Praga hanno avviato un’alleanza parallela al V4 — espressione diretta delle volontà dei Governi in carica — per chiedere a Bruxelles di bypassare gli esecutivi per la realizzazione di progetti in ambito greene sulle politiche di implementazione del sentimento pro Europa.
Il desiderio di Gergely Karacsony, Rafal Trzaskowski, Matus Vallo e Zdenek Hrib potrebbe creare non poche grane a Ursula von der Leyen, da pochi mesi Presidente della Commissione europea che, tra gli altri progetti, ha recentemente lanciato il Green New Deal, osteggiato proprio da Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca.
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