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Hong Kong, ondata di arresti


Hong Kong: numerosi arresti per le manifestazioni dello scorso anno. Critiche dagli Usa ma la Cina risponde: non interferite

Nei giorni scorsi la polizia di Hong Kong ha eseguito numerosi arresti che hanno colpito il movimento di protesta sviluppatosi nel 2019, contrario alla legge sull’estradizione in Cina. Le custodie cautelari attuate hanno portato al carcere nomi di peso del mondo politico, economico e dell’avvocatura dell’ex colonia britannica. Tra questi, Leung Yin-chung, membro del Consiglio legislativo della città, il fondatore del Partito Democratico Martin Lee, il tycoon Jimmy Lai e l’avvocato Margaret Ng.

Le misure intraprese dalle forze dell’ordine sono le più forti dagli scontri avvenuti lo scorso anno e segnano un nuovo duro faccia a faccia che vede protagonisti i protestanti, le autorità locali e il ruolo cinese. Il 15 aprile Luo Huining, recentemente nominato a capo dell’ufficio di raccordo tra l’amministrazione di Hong Kong e il Governo di Pechino, ha chiesto formalmente che venga approvata una legge sulla sicurezza nazionale, criticando quelle che per lui sono state carenze nella gestione del movimento di protesta. “Serve un rafforzamento del sistema il prima possibile”, ha dichiarato Luo alla stampa.

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