Il Partito di Marine Le Pen ha annunciato che non siederà nello stesso gruppo di Alternative für Deutschland. La crisi del gruppo ID, che nelle proiezioni era dato in forte crescita, arriva a poco più di due settimane dal voto europeo
A poco più di due settimane dal voto europeo, una crisi agita il gruppo di destra Identità e Democrazia (ID) e mette in discussione la sua composizione, se non addirittura la sua esistenza. “In seguito alle recenti dichiarazioni di AfD, non siederemo con loro durante il prossimo mandato del Parlamento Europeo” ha dichiarato Caroline Parmentier del partito francese Rassemblement National martedì 21 maggio, confermando le voci che si erano diffuse in questi giorni. E sottolineando come l’alleanza tra la formazione francese e l’estrema destra tedesca di Alternative für Deutschland (AfD) sia ormai conclusa.
La decisione del partito di destra francese arriva in seguito ad un’intervista rilasciata nei giorni scorsi a Repubblica da Maximilian Krah, eurodeputato di AfD e capolista per il partito per il voto europeo. Nel corso della sua chiacchierata con la giornalista Tonia Mastrobuoni, il politico tedesco si è reso protagonista di alcune affermazioni revisioniste, affermando in particolare “non dirò mai che chi aveva una uniforme delle SS era automaticamente un criminale”. Inoltre, Krah ha sottolineato con forza la sua volontà di continuare a mantenere stretti rapporti con la Cina, sminuendo i rischi politici legati a questa operazione. E ha sostanzialmente dichiarato che, se un accordo di pace in Ucraina non è ancora stato raggiunto, la colpa va data principalmente a Kiev.
Come era prevedibile, l’intervista ha sollevato forti polemiche, soprattutto al di fuori della Germania e tra gli altri componenti del gruppo europeo Identità e Democrazia, di cui fa parte anche la Lega. Il Rassemblement National ha subito fatto trasparire una certa irritazione, prima di dichiarare martedì la propria volontà di interrompere i rapporti politici con AfD. E anche il Partito Popolare Danese ha preso le distanze dalla formazione tedesca, attraverso una dichiarazione del suo candidato di punta Anders Vistisen su X: “Se l’AfD non approfitta della situazione e non si libera di Krah, la nostra posizione è che l’AfD debba lasciare il gruppo ID”.
Nonostante il punto di rottura sia arrivato soltanto in questi giorni, i rapporti tra AfD e il Rassemblement National sono deteriorati ormai da mesi. Negli ultimi anni, infatti, il partito francese ha compiuto sforzi notevoli nel tentativo di distanziarsi dalle posizioni revisioniste e troppo controverse, cercando in questo modo di conquistare anche l’elettorato più moderato. Al contrario, le posizioni di AfD si sono radicalizzate, con la parte più estrema del partito che ha preso sempre più il sopravvento su quella conservatrice. Particolarmente problematica per gli equilibri tra AfD e Rassemblement National è stata la notizia dell’incontro di Potsdam tra membri della formazione tedesca e esponenti neonazisti, data dal giornale investigativo tedesco Correctiv. Subito dopo questo evento, la leadership di AfD ha provato a ricucire con il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, ma senza successo. “Abbiamo avuto discussioni aperte, ma non è stato imparato nulla” ha dichiarato il responsabile della campagna elettorale di RN, Alexandre Loubet.
Nell’annunciare la decisione di rompere i rapporti con AfD, il Rassemblement National non ha specificato quali saranno le conseguenze di questa scelta. L’opzione più probabile, ora, è che il partito tedesco si faccia da parte o venga espulso dal gruppo di Identità e Democrazia. Secondo un esponente di RN, che ha parlato a Politico preferendo restare anonimo, l’esclusione di AfD “non avrà alcun impatto sull’ID in un futuro mandato, poiché abbiamo abbastanza nazionalità per mantenere il nostro gruppo politico”. Non si tratta però di una convinzione condivisa da tutti: nel corso dell’intervista a Repubblica, lo stesso Krah si era detto dubbioso che, senza AfD, Identità e Democrazia sarebbe riuscita a raggiungere le sette nazionalità necessarie per formare un gruppo al Parlamento europeo. Esiste quindi anche la possibilità che sia il partito francese a farsi da parte, uscendo dal gruppo parlamentare in attesa di sviluppi futuri.
Di certo, la crisi arriva nel momento peggiore per Identità e Democrazia. Fino a questo momento, il gruppo di destra era dato in grande crescita nei sondaggi e al quarto posto tra i gruppi del prossimo parlamento europeo, con la possibilità di scavalcare anche i liberali di Renew. Senza AfD o RN, questo non sarà di certo possibile. E, se una soluzione non dovesse essere trovata in tempi brevi, i dissidi interni potrebbero danneggiare ulteriormente il gruppo, portandolo a perdere ulteriori pezzi o a calare nei sondaggi.
A poco più di due settimane dal voto europeo, una crisi agita il gruppo di destra Identità e Democrazia (ID) e mette in discussione la sua composizione, se non addirittura la sua esistenza. “In seguito alle recenti dichiarazioni di AfD, non siederemo con loro durante il prossimo mandato del Parlamento Europeo” ha dichiarato Caroline Parmentier del partito francese Rassemblement National martedì 21 maggio, confermando le voci che si erano diffuse in questi giorni. E sottolineando come l’alleanza tra la formazione francese e l’estrema destra tedesca di Alternative für Deutschland (AfD) sia ormai conclusa.