India-Cina: dopo il compromesso dei Ministri degli Esteri per evitare ulteriori scontri lungo il confine, si riaccendono le tensioni. Per la difesa indiana la situazione è grave
India-Cina: dopo il compromesso dei Ministri degli Esteri per evitare ulteriori scontri lungo il confine, si riaccendono le tensioni. Per la difesa indiana la situazione è grave
La disputa al confine tra India e Cina non accenna a risolversi e diventa sempre più una questione geopolitica. Gli interessi cinesi nell’avanzare con i progetti Belt and Road Initiative e la sindrome d’accerchiamento dell’India — con il Pakistan costantemente all’erta sulla questione Kashmir — rendono complicata la gestione diplomatica della questione.
La mediazione della Russia nella disputa India-Cina
I Ministri degli Esteri Subrahmanyam Jaishankar per Nuova Delhi e Wang Yi per Pechino, grazie alla mediazione della Russia con Sergej Lavrov, solo pochi giorni fa a Mosca hanno raggiunto un compromesso per evitare ulteriori scontri lungo la Line of Actual Control (Lac). Jaishankar e Wang hanno concordato sul fatto che le differenze tra i due Paesi non debbano trasformarsi in disputa e che le tensioni nell’area di confine non sono nell’interesse né dell’India né della Cina.
Wang Yi ha chiesto che entrambe le parti fermino immediatamente le provocazioni e altre attività pericolose che, viene notato dal diplomatico cinese, vanno contro gli accordi. Dal canto suo, Subrahmanyam Jaishankar si è detto pronto a muoversi nella stessa direzione di Pechino per proteggere la pace e la prosperità nella regione.
Il ruolo dei militari
Tuttavia, il dialogo d’alto livello sembra non abbia avuto un impatto diretto sugli eserciti, i veri protagonisti della disputa al confine. Dopo le tensioni avvenute negli ultimi quattro mesi, il pretesto per un nuovo scontro è arrivato – da quanto dichiarato da alcuni ufficiali di Nuova Delhi – in seguito alla decisione dei militari cinesi di installare linee per la fibra ottica a sud del lago Pangong Tso nella regione del Ladakh. Così facendo, l’Esercito di Liberazione Popolare avrebbe acquisito un vantaggio tattico che garantisce comunicazioni dirette con le truppe distanti dal sito conteso dai due Paesi.
Il Ministro della Difesa indiano Rajnath Singh, impegnato in alcune sedute parlamentari, ha affermato che la situazione al confine è tesa “sia in termini di truppe coinvolte, sia per il numero di punti di frizione” esistenti. Si parla di migliaia di militari di entrambe le nazioni sui rispettivi fronti, appoggiati da aviazione e col supporto di carri armati, che si fronteggiano su una striscia lunga 70 km.
La geopolitica nella regione
Il controllo di quell’area è geopoliticamente strategico per India e Cina. Lungo la Lac, l’India ha costruito una strada che si snoda dalle località di Darbuk a Daulat Beg Oldie, sito nel quale è presente la più alta pista per atterraggi del mondo, definita advance landing ground, agevolando l’arrivo dei C-130 indiani. Nuova Delhi ha così la possibilità di proiettarsi nella regione più agevolmente, trasportando militari e materiali al confine conteso.
In futuro, l’arteria ha la potenzialità di raggiungere l’accesso alla Karakoram Highway, di interesse speciale per la Cina perché la collega, dal Pakistan, alla confinante regione dello Xinjiang e col Gilgit Baltistan, che diventerà hotspot strategico: la mossa indiana può essere un problema per lo sviluppo del corridoio economico Pechino-Islamabad.
India-Cina: dopo il compromesso dei Ministri degli Esteri per evitare ulteriori scontri lungo il confine, si riaccendono le tensioni. Per la difesa indiana la situazione è grave
La disputa al confine tra India e Cina non accenna a risolversi e diventa sempre più una questione geopolitica. Gli interessi cinesi nell’avanzare con i progetti Belt and Road Initiative e la sindrome d’accerchiamento dell’India — con il Pakistan costantemente all’erta sulla questione Kashmir — rendono complicata la gestione diplomatica della questione.
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