Primo incontro tra Lavrov e Blinken, ma la diplomazia è ancora incapace di trovare un terreno di dialogo mentre la condanna all’unisono della Russia per l’invasione dell’Ucraina rimane un miraggio per la governance globale
“L’esperienza degli ultimi anni — crisi finanziaria, cambiamento climatico, pandemia, terrorismo e guerre — dimostra chiaramente come la governance globale abbia fallito”. L’affermazione è del Primo Ministro dell’India Narendra Modi, padrone di casa del G20 2023, che nei giorni scorsi si è riunito a livello di Ministri degli Esteri. “Non dobbiamo permettere che le questioni che non possiamo risolvere assieme siano un impedimento a quelle che, invece, possiamo risolvere assieme”, ha aggiunto il leader indiano.
Parole dure che evidenziano una certa disillusione verso il funzionamento degli organismi mondiali, ma che nascondono una serie di complicità insite nelle politiche dell’India stessa sul palcoscenico internazionale, che non si è mai spinta ad una condanna aperta della Russia per l’invasione dell’Ucraina. Nuova Delhi ha potuto giovare di prezzi inferiori di idrocarburi provenienti da Mosca nel corso dell’ultimo anno, che ha visto i Paesi occidentali sanzionare la Federazione a più riprese.
Fatto che non spinge la nazione del subcontinente indiano ad auspicare necessariamente una fine rapida del conflitto, nonostante lo scivolamento verso una guerra mondiale sembri tutto fuorché impossibile. Un contesto complicato nel quale l’India dialoga sia con Mosca — dalla quale acquista armamenti militari — che con gli avversari della Federazione, come nel caso del QUAD, che si è riunito a margine dei lavori del G20. Anche in questo caso, i passaggi sull’Ucraina risultano sfumati su pressione di Nuova Delhi, con concessioni relative alla condanna sull’ipotetico uso di armi nucleari e al rispetto delle leggi internazionali.
Puro linguaggio diplomatico che non si traduce direttamente in una spinta verso le trattative, impossibili da guidare nella fase attuale per nessuna potenza globale né regionale viste le singole implicazioni con i due schieramenti sul campo. “Se lasciamo la Russia impunita per quanto sta commettendo in Ucraina, diamo un messaggio a chiunque voglia essere aggressore in altre parti del mondo”, ha detto Antony Blinken, il Segretario di Stato Usa.
L’esponente del Governo democratico di Joe Biden ha incontrato brevemente il suo omologo Sergej Lavrov a margine dei lavori del G20: un breve scambio di battute, meno di 10 minuti, nel quale Blinken avrebbe chiesto alla Russia di ritornare sui propri passi riguardo la sospensione del trattato New Start. Incontro fugace confermato anche dalla Portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. “Ma nessuna negoziazione né meeting”, ha precisato la funzionaria. È in alto mare la diplomazia, ancora incapace di imprimere la svolta necessaria per la fine del conflitto in Ucraina e in difficoltà nel trovare terreno di dialogo comune sulle numerose questioni che attanagliano la comunità internazionale.