Il mercato in crescita, una burocrazia più snella, la prossimità culturale e geografica rendono oggi l’Albania una meta desiderabile per gli Italiani.
“Due popoli, un mare”, così titolava un’iniziativa dell’Ambasciata italiana di Tirana per promuovere l’amicizia tra Italia e Albania. Ed è proprio dal mare che ha inizio la storia degli albanesi immigrati in Italia.
Iniziò in agosto, quando la maggior parte degli italiani si trova in vacanza, quando la calura estiva è tale da occupare le pagine dei giornali. Eppure, il 9 agosto del 1991, la vera notizia riguardava lo scoppio di una crisi umanitaria senza precedenti per l’Italia. Oltre ventimila albanesi avevano raggiunto il porto di Bari a bordo della nave Vlora, dopo averla assaltata al porto di Durazzo e aver obbligato il capitano Halim Milaqi a salpare verso l’Italia, da sempre il paradiso sognato dalle giovani generazioni albanesi.
L’estate del 1991 fu l’inizio di un esodo. Il crollo del muro di Berlino nel 1989, e il successivo effetto a catena che portò a libere elezioni e alla fine del comunismo nel blocco orientale d’Europa, venne seguito con trepidante attesa dalla popolazione albanese, la cui unica finestra sul resto del mondo, dopo gli anni del soffocante isolamento voluto dal dittatore Enver Hoxha, era offerto dalla televisione italiana.
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Il mercato in crescita, una burocrazia più snella, la prossimità culturale e geografica rendono oggi l’Albania una meta desiderabile per gli Italiani.