Alla vigilia delle elezioni europee, l’Italia pensa a tutto, ma non a Parlamento e Commissione Ue
Rosari esibiti in piazza Duomo con affidamento alla protezione della Madonna del sovranismo tout court come ha fatto il leader dei sovranisti Matteo Salvini, flat tax per tutti, abolizione del reato di abuso d’ufficio per sindaci e governatori, multe per chi recupera naufraghi nel Mediterraneo, assegni speciali a pioggia alle famiglie.
Si parla di tutto in Italia in questa vigilia di elezioni europee, tranne che di Europa.
Eppure ve ne sarebbero di argomenti, visto che siamo di fronte a un punto di svolta epocale: dalla Brexit ai populismi incombenti, dall’economia alle politiche di frontiera, dalla concorrenza globale a colpi di dazi di Cina e Stati Uniti all’ambiente.
Ma nel nostro Paese, ancora una volta, le consultazioni per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo vengono considerate un test elettorale di politica interna, niente di più niente di meno. Un test talmente importante che sta mettendo a dura prova la tenuta dell’attuale Governo gialloverde, ormai sottoposto a sollecitazioni che arrivano da una parte e dall’altra.
E non passa giorno che un membro dell’esecutivo non minacci le dimissioni o chieda quelle di qualcun altro. L’ultimo, al momento in cui stiamo parlando, è il sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti, piccato per la mancata attuazione del decreto sicurezza.
Non che i media assecondino questa concezione delle consultazioni elettorali più importanti della storia d’Europa: in Italia ancora nessuno sa che il Parlamento Europeo produce leggi in condivisione con il Consiglio dell’Unione Europea e che le proposte di legge le fa la Commissione Europea di Bruxelles.
Dettagli: molto più importante sapere se il bonus degli ottanta euro mensili verrà cancellato o no come hanno promesso il Ministro dell’Economia Giovanni Tria e il sottosegretario Massimo Bitonci.
@f_anfossi
Alla vigilia delle elezioni europee, l’Italia pensa a tutto, ma non a Parlamento e Commissione Ue