Questa settimana l’esecutivo Ue ha pubblicato le previsioni economiche dell’estate: +5% per il Pil tricolore. Sui tempi dei processi, però, Roma è maglia nera in Europa
Settimana di promozioni inattese e bocciature annunciate per l’Italia a Bruxelles. Pagelle che consentono di celebrare ma non troppo, e che confermano un assunto di fondo nella capitale Ue: con i suoi 191,5 miliardi di euro – la massima dotazione fra tutti gli Stati membri dell’Ue -, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dell’Italia è il viatico per innescare e sostenere un cambio di passo del sistema Paese.
Cominciamo dalle buone notizie. L’Italia fa meglio della media europea, secondo le previsioni macroeconomiche d’estate che il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha presentato mercoledì 7 luglio: “La più alta revisione che abbiamo fatto in più di 10 anni”. I tecnici di palazzo Berlaymont rivedono al rialzo (+0,8%) le stime di crescita del Pil italiano per il 2021 rispetto a maggio, portandolo al 5%, poco sopra la media Ue e della zona euro (4,8%). Un pronostico che conferma le previsioni delle scorse settimane di Bankitalia e del Mef guidato da Daniele Franco, ma anche le preoccupazioni per un valore “gonfiato” dalle contingenze economiche e non in grado di mantenersi costante nel medio termine.
Sull’impennata si fanno sentire l’effetto dello sprint della campagna vaccinale, che nell’Ue sta per sfiorare il target 70% della popolazione adulta con una prima dose entro luglio, ma anche delle timide stime al ribasso effettuate a inizio anno. Il rischio che si tratti di un rimbalzo dettato dalle riaperture e dalla ripresa delle attività economiche è, però, dietro l’angolo, anche perché, se si guarda ai valori del 2022, Roma torna a calare, attestandosi al 4,2%, di nuovo sotto il livello medio del blocco.
“In un certo senso, queste sono cifre da boom economico”, ha commentato Gentiloni, “ma dobbiamo sapere che non possiamo accontentarci di un semplice rimbalzo che ci faccia tornare ai livelli striminziti di sviluppo e crescita che l’Italia ha avuto negli ultimi vent’anni”. La sfida non è solo tornare ai numeri pre-crisi, ma “confermare questa spinta positiva nei prossimi 5-10 anni” e avere “una crescita duratura e sostenibile”. Per farlo serve “usare gli investimenti e i grandi finanziamenti europei” del Next Generation EU.
I margini per fare meglio, insomma, ci sono, e portano inevitabilmente ai 58 interventi di riforma e ai 132 investimenti attorno cui è strutturato il Pnrr italiano. Per ora, le stime di crescita non tengono conto dell’impatto – ancora troppo aleatorio – che avranno le riforme strutturali inserite nella strategia. Ma i primi obiettivi da raggiungere nell’esecuzione degli impegni presi dall’Italia con la Commissione e i partner Ue sono lì: si parte dalla giustizia, su cui – come ha ricordato la Guardasigilli Marta Cartabia – si gioca tutta la credibilità del Pnrr del Governo Draghi. Tra gli impegni presi e su cui è alta la vigilanza di Bruxelles, ci sono la riduzione del 40% della cause civili e del 25% dei procedimenti penali. Sui tempi della giustizia, infatti, l’Italia arranca e si aggiudica, per l’ennesima volta, la maglia nera nell’Ue.
Nel Tabellone sulla giustizia con cui la Commissione dà i voti ai sistemi giudiziari degli Stati membri, pubblicato appena 24 ore dopo le previsioni economiche, quello tricolore non se la passa bene: ci vogliono in media 532 giorni per chiudere un processo civile in primo grado, 791 in appello e 1300 per la sentenza definitiva (il dato più alto di tutta l’Unione; Malta, che ci segue in classifica, si ferma a 875). Pure i giudizi amministrativi restano sopra la media europea, con 821 giorni davanti al Tar e 694 in Consiglio di Stato. Non va meglio se si guarda alla fiducia che hanno l’opinione pubblica e le imprese nelle aule di giustizia italiane: piazzamento in fondo alla classifica, in cattiva compagnia di Paesi che con lo stato di diritto hanno più di un problema, come Polonia e Ungheria.
Un promemoria da tenere bene a mente, anche perché nel frattempo, esattamente un anno dopo l’impresa politica che produsse l’intesa, i primi fondi del Next Generation EU cominciano ad arrivare: martedì 13 il Consiglio Ecofin darà l’atteso via libera al primo round di Pnrr già approvati dalla Commissione. È l’ultimo passaggio della complessa procedura – per ora -; a seguire, l’arrivo a Roma dei primi 24,9 miliardi. Il valore di una manovra finanziaria.
Questa settimana l’esecutivo Ue ha pubblicato le previsioni economiche dell’estate: +5% per il Pil tricolore. Sui tempi dei processi, però, Roma è maglia nera in Europa