Rifare le elezioni a Istanbul solo perché le ha perse il Sultano. È l’ultimo passaggio che mancava a Erdogan per rovinare definitivamente la sua reputazione internazionale
Ero rimasto solo io in Europa a provare a dare un giudizio storico dei 16 anni di Erdogan, cercando di collocarmi fuori dalla cronaca, per ricordare sempre ai suoi critici che il Presidente turco un giorno sarà giudicato non solo per gli ultimi 5 anni di progressiva deriva autoritaria, ma anche per i primi sette anni di Governo innovatore, democratico, culturalmente aperto, economicamente efficientissimo.
Negli ultimi anni, ho sperato che il popolo turco trovasse la forza e il coraggio di cambiare democraticamente la governance del Paese, credendo fermamente nei valori democratici dell’alternanza e della forza delle idee, che hanno bisogno anche di nuovi interpreti.
Non mi sfuggiva che il Presidente aveva perso lucidità e smalto, ma mi era altrettanto chiaro che le opposizioni facevano fatica a esprimere leadership alternative moderne e convincenti, in difficoltà anche per l’uso non ortodosso di strumenti di pressione da parte del Governo nei confronti sia della politica non filo-governativa che della stampa libera.
Ma oggi, il Sultano ha passato il segno: dichiarare illegittima un’elezione, dove simbolicamente il suo candidato è uscito sconfitto è, oltre che inaccettabile, una stupidaggine politica, che rischia di avere conseguenze drammatiche. Certamente, l’isolamento internazionale con l’Europa aumenterà ma, ciò che più sarà visibile, il suo partito rischia di perdere molto più nettamente queste elezioni bis per il Sindaco di Istanbul, immaginando una reazione indignata di molti cittadini turchi liberi, che non potranno sopportare questa mancanza di rispetto del proprio voto. E, in questo caso, non si parlerà solo di sconfitta di Erdogan, ma anche del Partito islamico (AKP), che potrebbe essere travolto da una decisione politicamente stupida.
@GiuScognamiglio
Rifare le elezioni a Istanbul solo perché le ha perse il Sultano. È l’ultimo passaggio che mancava a Erdogan per rovinare definitivamente la sua reputazione internazionale
Ero rimasto solo io in Europa a provare a dare un giudizio storico dei 16 anni di Erdogan, cercando di collocarmi fuori dalla cronaca, per ricordare sempre ai suoi critici che il Presidente turco un giorno sarà giudicato non solo per gli ultimi 5 anni di progressiva deriva autoritaria, ma anche per i primi sette anni di Governo innovatore, democratico, culturalmente aperto, economicamente efficientissimo.