Giallo sulla scelta di Francia, Gran Bretagna e Germania di denunciare Teheran al Consiglio di Sicurezza: dietro, la minaccia di Trump di dazi sulle auto
Se i Paesi europei del JCPoA porteranno in discussione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu le attività di riduzione degli impegni dell’Iran verso l’accordo nucleare, causate dall’abbandono degli Stati Uniti dall’agreement del 2015, la Repubblica Islamica potrebbe uscire dall’Npt, il Trattato di non Proliferazione Nucleare. A dirlo il Ministro degli Esteri Javad Zarif, che risponde così a Francia, Gran Bretagna e Germania che in data 14 gennaio hanno diffuso un comunicato nel quale si afferma che la scelta dell’Iran non possiede alcun valore legale e va contro le regole sancite dal testo.
Secondo Zarif, l’Iran avrebbe attivato il meccanismo di risoluzione delle controversie previsto dall’accordo del 2015 comunicando, con tre lettere inviate nel corso del 2018, all’allora responsabile degli Affari Esteri dell’Unione Europea, Federica Mogherini, che l’uscita degli Usa dal JCPoA portava la Repubblica Islamica a discostarsi dai dettami dell’agreement. Per i tre Paesi, invece, l’attività della Repubblica Islamica va oltre ogni restrizione imposta dal JCPoA e, si legge nel comunicato, “contrariamente alle affermazioni dell’Iran, Teheran non ha mai avviato il meccanismo di risoluzione delle controversie e la scelta di ridurre gli impegni presi non hanno valore legale”.
Per gli Stati Uniti la minaccia iraniana di abbandono dell’Npt è “un messaggio molto, molto negativo”, come affermato da Robert Wood, Ambasciatore degli Stati Uniti per il disarmo. “Pensiamo” — ha detto ai giornalisti il diplomatico — “che l’Iran debba smetterla col suo atteggiamento maligno e sedersi con gli Usa per negoziare un accordo che consideri non solo le questioni legate al nucleare ma anche ai missili balistici.”
In sostegno dell’Iran Mikhail Ulyanov, Ambasciatore della Russia presso le organizzazioni internazionali a Vienna, secondo il quale “i tentativi di imporre dall’esterno restrizioni e imposizioni sui programmi missilistici nazionali, così come quelli subiti da Teheran da parte delle nazioni occidentali, non hanno nessuna possibilità di funzionare perché ignorano totalmente il contesto regionale”.
Ma è un giallo la scelta di Francia, Gran Bretagna e Germania di portare la questione JCPoA in sede di Consiglio di Sicurezza. Un articolo del Washington Post, che cita fonti anonime di esponenti delle amministrazioni dei tre Paesi, mette in luce le minacce degli Stati Uniti contro i partner europei. L’esecutivo Trump si sarebbe detto pronto a imporre dazi al 25% sulle auto prodotte dalle aziende francesi, britanniche e tedesche se non avessero agito all’Onu contro l’Iran. Le fonti citate dal quotidiano statunitense avrebbero parlato di vera e propria “estorsione” da parte di Washington, che si allinea alla pratica trumpiana già vista in occasione dell’accordo commerciale con la Cina.
@melonimatteo
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