I Conservatori rigettano il suo nuovo piano per Brexit, dopo che il Parlamento aveva già bocciato tre volte il vecchio accordo. Il successore favorito è Boris Johnson
Theresa May ha annunciato ieri le sue dimissioni dalla carica di Prima Ministra del Regno Unito, che saranno effettive dal prossimo 7 giugno. La notizia era in un certo senso attesa – ed era stata infatti anticipata dalla stampa britannica già qualche giorno prima –, visto il continuo deterioramento dei rapporti con il Partito Conservatore e il fallimento delle trattative con il Partito Laburista, all’opposizione.
L’ultimo motivo di frizione tra May e il suo partito riguardava il nuovo piano per Brexit, annunciato mercoledì scorso ma non presentato al Parlamento per il voto. Il nuovo accordo – quello vecchio è stato bocciato tre volte da Westminster – prevedeva l’obbligo per il Governo britannico di trovare un’alternativa al backstop (il meccanismo che dovrebbe impedire il ritorno di un confine rigido tra Irlanda e Irlanda del Nord) e lasciava al Regno Unito la libertà di negoziare eventualmente un’unione doganale con l’Unione Europea. Il piano fissava anche l’obbligo, per il Governo, di tenere un secondo referendum sulla Brexit nel caso in cui fosse stato richiesto dalla maggioranza del Parlamento.
Il piano di May è stato rifiutato dai Laburisti e non è ovviamente piaciuto ai Conservatori, specialmente all’ala più radicale del partito, che chiede una rottura netta dei legami con Bruxelles e che ha accusato la Prima Ministra di aver tradito la volontà popolare, che nel 2016 si era espressa in maggioranza per il Leave.
Il nome dato come favorito per succedere a May alla guida del Partito Conservatore – e quindi per ottenere la carica di Primo Ministro – è quello di Boris Johnson, ex-sindaco di Londra, ex-Ministro degli Esteri e tra i principali animatori della campagna per Brexit.
Johnson dice di volere che il Regno Unito lasci l’Unione Europea senza concessioni e compromessi; Bruxelles però si rifiuta di riaprire le trattative con Londra e di modificare l’accordo già negoziato. La data ultima per l’uscita del Regno Unito, dopo l’approvazione della “proroga flessibile”, è il 31 ottobre 2019.
@marcodellaguzzo
I Conservatori rigettano il suo nuovo piano per Brexit, dopo che il Parlamento aveva già bocciato tre volte il vecchio accordo. Il successore favorito è Boris Johnson