Washington spinge Ankara nelle braccia di Putin
La Turchia acquisterà un sistema di difesa dalla Russia. Gli Usa reagiranno
La Turchia acquisterà un sistema di difesa dalla Russia. Gli Usa reagiranno
La Turchia e gli Stati Uniti potrebbero essere vicini ad una nuova crisi diplomatica, dopo quella dello scorso agosto che aveva provocato il crollo della lira turca. L’attrito tra le due nazioni è dovuto stavolta al rifiuto di Ankara di acquistare un sistema di difesa missilistico americano, preferendo al suo posto l’S-400, un sistema d’arma antiaereo sviluppato dalla Russia.
L’offerta degli Stati Uniti scadrà a fine marzo e il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan non l’ha formalmente rifiutata, perlomeno non ancora. Ha detto però che non ha intenzione di rescindere il contratto con Mosca, e sembra improbabile che la Turchia possa dotarsi di due sistemi di difesa differenti: l’installazione dell’S-400, inoltre, è già prevista per il prossimo ottobre. Se però Ankara dovesse decidere definitivamente di fornirsi del sistema russo, Washington ha fatto sapere che non le fornirà i caccia militari F-35. Questo perché gli Stati Uniti sono membri della Nato insieme alla Turchia e vogliono impedire che quest’ultima si affidi alla Russia – che non fa parte dell’organizzazione – per la propria difesa.
L’acquisto dell’S-400 potrebbe spingere Washington a imporre delle sanzioni verso Ankara, che però non vuole assolutamente compromettere i rapporti con Mosca, per diverse ragioni. C’entra intanto il TurkStream, il gasdotto di costruzione russa che, passando sotto il Mar nero, trasporterà gas naturale dalla Russia alla Turchia, e da qui in Europa. Un progetto simile al Nord Stream 2.
L’altro motivo ha a che vedere invece con la Siria, un Paese rilevante sia per Erdogan che per Vladimir Putin. Di recente Turchia e Russia si sono accordate su Idlib, la provincia siriana vicina al confine turco e ultima zona sotto il controllo dei ribelli che si oppongono al Presidente Bashar al-Assad. Mosca appoggia Assad e Ankara i ribelli, ma stanno negoziando per superare le differenze in nome della stabilità della regione.
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