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La “nuova Argentina” a colpi di decreto


Un maxi-decreto da 300 riforme stabilisce le basi dell'era Milei. Deregolamentazione economica, privatizzazioni e limitazione dei diritti sindacali alla base della “ricostruzione economica argentina”, imposta però senza passare dal Parlamento.

Il presidente argentino Javier Milei ha firmato mercoledì sera il maxi-decreto che pone le basi istituzionali del progetto politico libertario. Si tratta di una vera e propria demolizione dell’assetto economico e giuridico costruito nel paese sudamericano durante gli ultimi 40 anni.

Milei ha fatto ricorso a un Decreto d’Urgenza, uno strumento costituzionale pensato per affrontare situazioni di calamità ed emergenza. Il governo, sostiene il preambolo del decreto pubblicato giovedì 21 sulla gazzetta ufficiale, ritiene che la situazione socio-economica in cui versa il paese sia catastrofica, a tal punto da dichiarare lo “stato d’emergenza pubblica” in materia economica, finanziaria, fiscale, amministrativa, previsionale, tariffaria, sanitaria e sociale fino al 31 dicembre 2025.

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