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La spy-story che unisce Teheran, Caracas e Buenos Aires


È arrivato in territorio Usa il Boeing 747 battente bandiera venezuelana, comandato da un pilota iraniano, sospettato di essere un agente delle Forze Al Quds, e fermo presso l'aeroporto di Buenos Aires da giugno del 2022. Il sequestro ha acuito lo scontro con Caracas, mentre la vera natura di quel volo rimane ancora un mistero.

Le autorità argentine hanno autorizzato il sequestro del Boeing 747 Dreamliner, appartenente alla compagnia statale venezuelana Emtrasur, bloccato all'aeroporto di Buenos Aires su richiesta di Washington dal 9 giugno del 2022. Dopo un anno e mezzo di indagini, la giustizia argentina non ha trovato prove di delitto alcuno, e ha ceduto alla richiesta statunitense che sin dall'inizio dello scandalo chiedeva di ricevere in custodia l'aereo.

Per Caracas si tratta di un "furto spudorato" e promette ritorsioni, proprio mentre gli Usa spingono i negoziati per la realizzazione di elezioni presidenziali libere in Venezuela per quest'anno. L'Emtrasur si trova ora nell'aeroporto della Florida, Dade-Collier, a pochi chilometri da Miami, e molto probabilmente finirà in uno dei campi desertici dove vengono stipati gli strumenti da guerra sequestrati.

La storia dell'Emtrasur YV3531 è da film. Fabbricato negli Usa nel 1986, viene venduto alla Air France nel 1992, ed opererà rotte commerciali per la linea aerea francese durante 15 anni. Nel 2007 la Francia decide di vendere il Jumbo, che viene acquistato dall'iraniana Mahan Air per trasformarlo in un aereo per il trasporto merci sulla rotta Damasco-Teheran.

È qui che entra in scena la giustizia statunitense. Infatti il passaggio da Air France a Mahan Air, non ha rispettato la norma del Dipartimento di Commercio degli Stati Uniti che obbliga a chiedere autorizzazione alle autorità americane per ogni trasferimento realizzato dell'aero fabbricato negli Usa. È il principale argomento usato, trent'anni dopo, dal giudice del distretto di Columbia, Randolph Moss, che ha ordinato il sequestro del Boeing.

Ma questo non è tutto. L'aereo figura nella lista dell'Office of Foreign Assets Control, (Ofac), l'ufficio del Tesoro degli Stati Uniti dedicato a stabilire sanzioni nei confronti di beni, aziende e capitali di persone coinvolte in casi di terrorismo, riciclaggio e delitti gravi. Mahan Air, infatti, è una compagnia sanzionata dagli Usa insieme all'altra azienda aerea per il trasporto merci iraniana, Qeshm Fars Air, accusate di usare una veste civile per dare appoggio logistico alla Guardia Rivoluzionaria Iraniana, alle Forze Quds e a Hezbollah.

Nel gennaio del 2022 il Boeing viene venduto da Mahan Air all'azienda statale venezuelana Empresa de Transporte Aéreocargo del Sur, S.A. (Emtrasur) creata due anni prima per dare maggior volume al trasporto strategico di merci da e verso il Venezuela. Ma anche Emtrasur è finita nel mirino dell'Ofac, in quanto filiale della compagnia statale Conviasa, sotto sanzioni dall'epoca dell'amministrazione Trump. Per Caracas però l'acquisto di questa aeronave in particolare è strategico: si tratta di un aereo vecchio, il cui costo operativo sarebbe costosissimo per qualunque compagnia a livello mondiale, ma non per il Venezuela, che dispone di grandi quantità di combustibile a bassissimo costo, e che a causa delle sanzioni imposte da Washington è praticamente escluso dal mercato delle moderne aeronavi cargo. L'accordo con l'Iran, secondo le autorità venezuelane, includeva anche la cessione durante un anno di un gruppo di esperti incaricati dell'addestramento dei piloti del Boeing, un modello di cui la compagnia venezuelana non era in possesso e non disponeva di tecnici e piloti idonei.

Dal suo arrivo a Caracas, fino al pomeriggio del 9 giugno in cui è stato bloccato a Buenos Aires, l'aereo ha realizzato voli di trasporto merci e training in Russia, Bierlorussia, Myanmar, Nigeria, Iran, Serbia, Bangladesh, Pakistan e Paraguay. È proprio ad Asunción che è scattato l'allarme intorno alle attività dell'aereo Emtrasur. Il volo in Paraguay del 14 maggio infatti era diretto non verso la capitale, ma a Ciudad del Este, uno dei centri di contrabbando più importanti del Cono Sud e sede delle principali attività del crimine organizzato in America Latina - oltre ad esistere seri sospetti intorno alla presenza di cellule di Hezbollah nella zona.

I ricavi per l'attività di trasporto commerciale poi, non giustificavano la spesa che significava far volare un aereo di quelle caratteristiche, e l'intelligence del Paraguay cominciò a sospettare che si trattasse di una copertura per attività di spionaggio iraniane e venezuelane in Sudamerica. Il governo di Asunción decise addirittura di licenziare il direttore dell'aeroporto di Ciudad del Este ed emettere un avviso urgente diretto ai servizi segreti dei paesi limitrofi intorno all'attività dell'aereo.

Il 4 giugno 2022 l'Emtrasur YV353 parte per una nuova missione commerciale. La filiale messicana di Volkswagen, nella città di Querétaro, contratta il Boeing per il trasporto di pezzi di ricambio acquistati dall'argentina SAS Automotriz. Per ragioni climatiche, il volo è costretto a fare scalo nella città di Córdoba, dove viene registrata la sua presenza in Argentina che fa immediatamente scattare l'allarme in base all'avvertimento arrivato dal Paraguay un mese prima.

L'aereo arriva all'aeroporto di Buenos Aires, dove scarica i pezzi di ricambio ma gli viene vietato di acquistare combustibile a causa delle sanzioni statunitensi che pesano su Emtrasur e Mahan Air. A bordo l'equipaggio è composto da 14 venezuelani e 5 iraniani. Il capitano, Gholamreza Ghasemi, uomo chiave in tutta questa storia, decide allora di avviarsi verso l'aeroporto di Montevideo per rifornirsi, ma è costretto a tornare a Buenos Aires quando le autorità uruguayane gli negano il permesso di sorvolare il territorio nazionale. Al suo ritorno in Argentina lo scandalo è ormai trapelato sui media nazionali, e diversi dirigenti dell'opposizione presentano una serie di misure cautelari per impedire all'aereo di ripartire.

Intorno a Ghasemi ci sono state tantissime versioni. Secondo le prime ricostruzioni giornalistiche, piuttosto avventate, si sarebbe trattato di una spia iraniana coinvolta in una serie di attentati contro cittadini israeliani nel mondo, e che si sarebbe addirittura rifatto la faccia in una clinica cubana per attaccare in America Latina. Le ricostruzioni posteriori, molto più attendibili, rivelano invece che si tratta di un ex generale della Guardia Rivoluzionaria Iraniana, e attualmente uno dei direttori finanziari della Qeshm Fars Air, la linea aerea accusata di fungere da supporto alle Quds, le forze speciali dei pasdaran iraniani dedite alle operazioni all'estero. Non c'è stata alcuna plastica facciale di ricostruzione di identità, ma i sospetti intorno alla possibilità di un'operazione di spionaggio internazionale, dunque, diventano sempre più forti.

Il governo argentino dell'epoca, guidato dal peronista Alberto Fernandez, decise di mantenere una posizione ambigua: ha ignorato le richieste degli Usa per l'immediato sequestro e consegna dell'aereo, a cui in realtà l'Argentina avrebbe dovuto attenersi in attuazione del Convegno Internazionale per la Repressione del Finanziamento al Terrorismo firmato nel 2005; ma allo stesso tempo lasciò che la giustizia ritirasse i passaporti di tutti i membri dell'equipaggio e che l'FBI disponesse dell'aereo all'aeroporto di Ezeiza.

Nonostante le antiche simpatie del peronismo di centrosinistra nei confronti del chavismo, la situazione argentina, con un debito da 44 miliardi di dollari con Fondo Monetario Internazionale e di oltre 200 miliardi con investitori privati, il cui futuro potrebbe dirimersi nelle corti di giustizia degli Stati Uniti, per il governo l'unica soluzione di compromesso era lasciar fare alle autorità giudiziarie.

I 19 membri dell'equipaggio sottoposti ad indagine durante tre mesi in Argentina sono stati rimandati in Venezuela tra settembre e ottobre del 2022. A Caracas sono stati ricevuti come eroi.

Gli inquirenti argentini non hanno potuto addurre alcuna prova che li incriminasse per nessun delitto commesso in base alla legislazione argentina. L'aereo, messo sotto sequestro subito dopo il suo secondo atterraggio a Buenos Aires, è stato consegnato alle autorità statunitensi, una volta cambiato il governo, ancor prima della conclusione delle udienze giudiziarie del caso che continueranno la settimana prossima.

Un caso che dimostra diversi fenomeni: l'interesse iraniano a mantenere una discreta presenza in America Latina, il bisogno del governo venezuelano di costruire un'infrastruttura alternativa per le proprie operazioni internazionali, la debolezza e lentezza dell'intelligence argentina, l'efficacia della capacità di imporsi degli Usa nel loro cosiddetto "cortile di casa".

 

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