Era andato tutto molto bene fino ad ora, con la questione dei marò tenuta accuratamente lontano dalla valanga di populismo che contraddistingue – anche- questa campagna elettorale indiana. Ma è bastato che Sonia Gandhi facesse vedere la sua faccia ad un comizio e Narendra Modi ha calato l’asso dell’Italian Connection.

Da mesi ripeto che qui in India la vicenda Enrica Lexie è una non-notizia: il dibattito pre elettorale non ha contemplato la gestione del fermo di Latorre e Girone da parte dell’esecutivo di New Delhi poiché, fino ad ora, il fattore “Italian Connection” era stato evitato grazie al bassissimo profilo tenuto da Sonia Gandhi. Finché l'”italiana” non ci ha messo la faccia, non c’era motivo di tirare in ballo i marò.
Le cose sono cambiate negli ultimi giorni, quando Sonia ha tenuto due comizi in Assam e a New Delhi attaccando il fianco più debole di Narendra Modi: l’ultranazionalismo a discapito del secolarismo e dell’unità nazionale. Modi, come noto, è sempre stato espressione di una linea nazionalista di stampo hindu, una politica anti secolare che il Bjp ha portato avanti con violenza – aiutato dalle sue frange ultranazionaliste – a discapito delle comunità musulmane, tribali, lavoratori migranti.
Sonia Gandhi, durante il suo discorso, ha accusato “le opposizioni” di puntare a dividere il paese, sfilacciando quel tessuto sociale che miracolosamente – pur con tutti gli scossoni indipendentisti interni – tiene unito un subcontinente dove il multiculturalismo è un fattore innegabile, una risorsa da preservare.
La risposta di Modi non si è fatta attendere. Oggi, durante un comizio in Arunachal Pradesh, NaMo ha attaccato “l’Italiana” dichiarando di non accettare lezioni di patriottismo da Sonia Gandhi, invitandola ad indicare “in quale prigione siano tenuti attualmente i due marines italiani”.
Il passaggio ha meritato i titoli di buona parte della stampa nazionale ma rimane, comunque, una delle tantissime sparate che in questi ultimi giorni di campagna elettorale mirano ad annientare la figura del “nemico” politico. Si tratta di concetti piegati in modo strumentale, giocando sulle reazioni di pancia dell’elettorato che non ha la minima idea del perchè i marò siano ancora in India, di cosa sia successo al largo del Kerala oltre due anni fa. Basta il nesso marines italiani – Sonia Gandhi italiana, e partono gli applausi.
Insomma, ritengo che non ci sia alcun motivo di preoccupazione per la sorte dei marò, tirarti nel calderone politico con gli stessi obiettivi sia in India che in Italia.
Una dichiarazione di Narendra Modi quanto differisce negli intenti e nei modi rispetto a un Maurizio Gasparri che stamattina, apprendendo dell’ennesimo rinvio – atteso – di ogni procedimento penale a carico dei marò alla fine del mese di luglio ha twittato “Napolitano, di fronte all’ennesimo rinvio, nomini Senatori a vita i due #marò #ariachetira staff @forza_italia”?
Era andato tutto molto bene fino ad ora, con la questione dei marò tenuta accuratamente lontano dalla valanga di populismo che contraddistingue – anche- questa campagna elettorale indiana. Ma è bastato che Sonia Gandhi facesse vedere la sua faccia ad un comizio e Narendra Modi ha calato l’asso dell’Italian Connection.