Dopo il tragico siparietto al quale abbiamo assistito negli ultimi giorni, il Presidente Mattarella affida il Paese alla personalità più autorevole della quale disponiamo. Speriamo che il Parlamento gli voti la fiducia!
Dopo il tragico siparietto al quale abbiamo assistito negli ultimi giorni, il Presidente Mattarella affida il Paese alla personalità più autorevole della quale disponiamo. Speriamo che il Parlamento gli voti la fiducia!
Il Presidente Mattarella, dopo averci spiegato con poche ma efficaci parole le ragioni per le quali non ha alcun senso andare ora alle elezioni, indebolendo la capacità del Paese di affrontare questa fase decisiva della pandemia, ha convocato Mario Draghi al Quirinale per oggi alle 12.
Io spero che il Parlamento italiano e quindi le forze politiche che lo compongono sappiano interpretare la gravità del momento e l’assoluto prestigio e competenza della personalità che è stata chiamata a guidarci. E quindi votare a larga maggioranza la fiducia al Governo che l’ex Presidente della Banca centrale europea sta per formare.
Ovviamente, è impossibile fare previsioni in questo momento. Ma fatemi dire una cosa netta: non credo vi sia scelta migliore, in un momento come questo. Ho conosciuto Draghi venti anni fa, quando io ero membro del CdA di Sace e lui Presidente e Direttore Generale del Tesoro. Ho partecipato nella mia vita professionale a meeting delle Istituzioni dell’Unione europea e a incontri delle Nazioni Unite, a consessi del Comitato di Basilea e a Board meeting di grandi banche, in vari formati, da 20 a 150 Paesi rappresentati, da pochi a molti e significativi azionisti in Consigli di imprese medie e di grandi multinazionali.
Non ho mai visto un Presidente condurre i meeting con la preparazione, l’autorevolezza, la competenza e finanche la sensibilità politica e intelligenza sociale di Mario Draghi.
Chiunque pensi che il “whatever it takes” che ci ha salvato dalla bancarotta nel 2012 sia stato solo un brillante stratagemma tecnico si sbaglia di grosso. Quella iniziativa è stata il frutto di genialità tecnica, certamente. Ma anche e soprattutto di capacità politica e tempismo, che gli hanno consentito di spiegarne le ragioni alla Cancelliera tedesca, convincendo lei e il suo austero entourage che l’iniziativa che si apprestava a lanciare era necessaria, indispensabile, anche se significava “stirare” i Trattati e le competenze della Bce al limite, forse anche oltre la competenza istituzionale della Bce di garanzia della stabilità monetaria.
Ed è quanto ci aspettiamo dalla saggezza e dall’intelligenza di Mario Draghi: che “stiri” norme e regole nazionali, regionali e locali per armonizzarle con le misure necessarie (non oltre il necessario) per condurci fuori dalla più grave emergenza sanitaria ed economica che stiamo conoscendo dalla Seconda guerra mondiale.
Grazie Mario!
Dopo il tragico siparietto al quale abbiamo assistito negli ultimi giorni, il Presidente Mattarella affida il Paese alla personalità più autorevole della quale disponiamo. Speriamo che il Parlamento gli voti la fiducia!
Il Presidente Mattarella, dopo averci spiegato con poche ma efficaci parole le ragioni per le quali non ha alcun senso andare ora alle elezioni, indebolendo la capacità del Paese di affrontare questa fase decisiva della pandemia, ha convocato Mario Draghi al Quirinale per oggi alle 12.
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