Alla convention dell’ultra destra europea in Spagna, Javier Milei alza i toni contro Pedro Sanchez e provoca l’ennesima rottura diplomatica per l’Argentina. La diplomazia dell’insulto ormai caratteristica del governo libertario potrebbe costar cara al paese
Il presidente argentino Javier Milei ha partecipato lo scorso weekend all’evento dell’ultradestra europea promosso da Vox a Madrid intitolato Europa Viva 24. Assieme ad altri leader conservatori provenienti da tutto il mondo (dall’ungherese Viktor Orbán al cileno Antonio Kast), Milei è stato l’ospite d’onore dell’evento organizzato per lanciare la campagna della destra europea in vista delle elezioni previste tra il 6 e il 9 giugno nell’UE.
Ma il suo discorso dal Palacio Vistalegre ha provocato in seguito una crisi diplomatica tra Spagna e Argentina. In un passaggio del suo intervento, in cui argomentava sulla malvagità delle idee del socialismo e la scarsa etica dei suoi leader, Milei ha fatto un brevissimo inciso dedicato evidentemente al presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, e sua moglie, Begoña Gómez: “Le élite globali non si rendono conto di quanto possa essere distruttivo attuare le idee del socialismo, perché sono troppo lontane; non sanno che tipo di società e di paese possono produrre e che tipo di persone sono al potere e quali livelli di abusi possono generare”, ha assicurato Milei, per poi aggiungere: “Anche quando si ha la moglie corrotta, ci si sporca le mani e si prende cinque giorni per pensarci”, ottenendo una standing-ovation dal pubblico presente.
Il riferimento è chiaro. Nelle ultime settimane diversi membri dell’opposizione hanno presentato una denuncia contro la consorte di Sánchez accusata di utilizzare la propria posizione per favorire determinate aziende nell’accesso ad appalti e contratti milionari. L’accusa, basata esclusivamente su una serie di inchieste giornalistiche, ha provocato a fine aprile una vera e propria crisi di governo, in quanto lo stesso Sánchez – che alle elezioni argentine del 2023 ha sostenuto pubblicamente il rivale di Milei alla presidenza – aveva annunciato di essere in procinto di presentare le proprie dimissioni.
Le parole di Milei giungono dunque in un contesto delicatissimo e, come ormai sua abitudine, hanno generato un conflitto molto serio per l’Argentina pur non essendo intervenuto in veste ufficiale. Il viaggio di Milei a Madrid aveva infatti causato una forte polemica in patria. Si tratta dell’ennesima occasione in cui il presidente si reca all’estero per motivi di indole politica, e senza un’agenda ufficiale. Dalla sua assunzione lo scorso 10 dicembre, il presidente ha visitato per ben tre volte gli Stati Uniti, dove ha partecipato alla Conservative Political Action Conference insieme a Donald Trump, ha ricevuto la distinzione di “Ambasciatore internazionale della Luce” da parte dell’organizzazione ultra ortodossa, la Jabad Lubavitch, e in due occasioni si è recato in visita dal suo amico Elon Musk in Texas e a Los Angeles.
Quella di Madrid è dunque la quarta trasferta in cui il presidente visita membri dell’opposizione politica o sociale al governo di stati chiave per la proiezione internazionale dell’Argentina. E questa volta però le sue dichiarazioni da leader politico hanno avuto gravi conseguenze per il suo governo. Il Ministro degli esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha annunciato il ritiro sine die dell’ambasciatrice a Buenos Aires, María Jesús Alonso Jiménez, per quello che ritiene “un attacco frontale contro la nostra democrazia”.
Anche l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell ha espresso la sua condanna alle parole di Milei, e ha indicato che “un attacco di questo calibro a uno degli stati membri è un attacco all’insieme della Comunità Europea”.
Il governo di Pedro Sanchez esige ora una scusa pubblica da parte del presidente argentino, che attraverso il suo portavoce, Gabriel Adorni, ha già annunciato che non ha nessuna intenzione di scusarsi. Il prossimo passo sarebbe la rottura definitiva delle relazioni diplomatiche, decisione che Madrid si dice disposta a prendere nei prossimi giorni.
L’incidente può avere serie ricadute per il Paese sudamericano: la Spagna è infatti il secondo investitore internazionale in Argentina dopo gli Usa, con investimenti superiori ai 21 miliardi di dollari, ed è il principale partner commerciale di Buenos Aires nell’UE con uno scambio pari a 4 miliardi di dollari l’anno. Poche ore prima dell’incontro organizzato da Vox, Milei si è riunito con le autorità delle principali aziende spagnole presenti in Argentina, come Santander, BBVA, Mapfre, Telefónica e Naturgy. In Argentina risiede inoltre la comunità spagnola più grande al mondo fuori dalla penisola iberica, e la Spagna è a sua volta la principale meta delle migrazioni argentine.
Si tratta del secondo conflitto che il governo Milei apre con la Spagna in poche settimane. Il 4 maggio scorso il Ministro dei trasporti spagnolo, Oscar Puente, aveva sostenuto pubblicamente che secondo lui Milei aveva “ingerito qualche tipo di sostanza” prima di tenere i propri discorsi nella campagna elettorale del 2023. Dichiarazioni che hanno portato il governo argentino a diffondere un durissimo comunicato in cui, tralasciando le parole di Puente – che si è poi scusato -, lancia durissime invettive contro il governo di Sánchez proprio per il caso legato alla moglie del presidente del governo, e accusa addirittura il PSOE di “mettere in pericolo l’incolumità delle donne spagnole permettendo l’immigrazione illegale”.
Gli eccessi verbali nell’ambito della diplomazia sono ormai una caratteristica ricorrente del nuovo governo “libertario”. Poche settimane fa la ministra degli Esteri, Diana Mondino, al concludersi una serie di sopralluoghi presso la base di osservazione astronomica operata dalla Repubblica Popolare Cinese in Patagonia, ha sostenuto: “Nessuno ha notato che c’era del personale militare. E comunque non sono stati identificati. Sono cinesi, sono tutti uguali”.
La pericolosità della diplomazia dell’insulto è molto evidente nel caso cinese. Milei ha dovuto modificare la propria retorica nei confronti della Repubblica Popolare – con cui aveva promesso di tagliare le relazioni in quanto “sanguinaria dittatura comunista”- vista la profonda influenza cinese in Argentina.
Pechino sembra infatti il principale attore esterno capace di modificare i piani di Milei in politica economica: proprio in questi giorni il ministro dell’Economia Luis Caputo sta negoziando il rinnovo dell’accordo sullo Swap di monete con la Cina, che permette l’accesso da parte di Buenos Aires a capitali vitali per sostenere la propria fragilissima stabilità economica. In cambio però il governo di Xi Jinping esige che Milei faccia un passo indietro nella sua politica di congelamento degli appalti pubblici per permettere la conclusione delle dighe per la generazione di energia idroelettrica finanziate dalla Cina in Patagonia e della costruzione del porto “multi-proposito” in Terra del Fuoco a cui Pechino è particolarmente interessata.
A fine marzo Milei aveva chiamato il presidente della Colombia, Gustavo Petro, “assassino e terrorista”, in riferimento al suo passato come membro della Guerriglia M-19 negli anni ’80. Anche in quel caso lo scambio di insulti aveva portato i due paesi sull’orlo della rottura diplomatica, ricomposta all’ultimo momento, anche se lo strappo nelle relazioni risulta più che evidente.
Nei confronti di Manuel López Obrador, il presidente del Messico, Milei aveva sostenuto: “È un complimento che un ignorante come Lopez Obrador parli male di me, mi esalta”. Relazioni tesissime anche con il Brasile di Lula da Silva, snobbato addirittura in occasione della cerimonia di insediamento del nuovo governo, lo scorso 10 dicembre, a cui è stato invitato prima l’ex presidente Bolsonaro.
Insomma, la diplomazia dell’insulto del governo di Milei non sembra conoscere limiti, e pone a rischio la stabilità internazionale dell’Argentina in un momento molto delicato per il paese latinoamericano.
Il presidente argentino Javier Milei ha partecipato lo scorso weekend all’evento dell’ultradestra europea promosso da Vox a Madrid intitolato Europa Viva 24. Assieme ad altri leader conservatori provenienti da tutto il mondo (dall’ungherese Viktor Orbán al cileno Antonio Kast), Milei è stato l’ospite d’onore dell’evento organizzato per lanciare la campagna della destra europea in vista delle elezioni previste tra il 6 e il 9 giugno nell’UE.
Ma il suo discorso dal Palacio Vistalegre ha provocato in seguito una crisi diplomatica tra Spagna e Argentina. In un passaggio del suo intervento, in cui argomentava sulla malvagità delle idee del socialismo e la scarsa etica dei suoi leader, Milei ha fatto un brevissimo inciso dedicato evidentemente al presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, e sua moglie, Begoña Gómez: “Le élite globali non si rendono conto di quanto possa essere distruttivo attuare le idee del socialismo, perché sono troppo lontane; non sanno che tipo di società e di paese possono produrre e che tipo di persone sono al potere e quali livelli di abusi possono generare”, ha assicurato Milei, per poi aggiungere: “Anche quando si ha la moglie corrotta, ci si sporca le mani e si prende cinque giorni per pensarci”, ottenendo una standing-ovation dal pubblico presente.