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Monte dei Paschi di Siena: la partita europea


La privatizzazione entro fine anno è prevista dagli accordi del 2017 con Bruxelles, che sulla vendita a Unicredit potrebbe però puntare i fari dell'Antitrust.

È un doppio binario europeo quello su cui si muove la vicenda del Monte dei Paschi di Siena ora che sono iniziate le trattative fra il ministero dell’Economia e Unicredit per l’acquisto di una parte delle attività dell’istituto toscano oggi in mano per il 68% allo Stato (nella cui pancia rimarrebbero in ogni caso i crediti deteriorati). Un processo, visto da Bruxelles, che ha come epicentro la Torre Madou, sede dei tecnici della Direzione generale Concorrenza (DG COMP) della Commissione europea, ma che segue – o perlomeno, seguirà – due filoni separati.

Da una parte, infatti, l’esecutivo Ue monitora il rispetto degli impegni presi nel 2017 con il governo italiano dopo il via libera a 5,4 miliardi di euro di aiuti di Stato per la ricapitalizzazione di MPS: si tratta, in particolare, dell’uscita dell’azionista pubblico dal capitale della banca al termine di un periodo di tolleranza di cinque anni che scade il 31 dicembre prossimo.

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